Roma, 14 nov. - "La nostra presenza e' stata importante perche' e' stata una grande agora' con tutti i professionisti della salute insieme a tutta una serie di altri stakeholder importanti che ruotano intorno al sistema salute. È stata un'opportunita' di incontrarsi anche con la popolazione, con i cittadini di tutte le eta' per farsi conoscere meglio e capire anche quali sono le interlocuzioni che possono nascere, che non solo solo basate sul sistema acuzie, ma anche sulla prevenzione, sugli stili di vita che sicuramente sono una componente estremamente importante nel sistema salute". Fotografa cosi' il passaggio cruciale in cui attualmente si trova l'Italia dal punto di vista della salute pubblica, la vicepresidente della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI), Ausilia Pulimeno, intervenendo a ExpoSalus and Nutrition, l'innovativo evento che a Roma ha considerato il paziente protagonista attivo del proprio benessere.
Per quattro giorni, alla Fiera di Roma, e' stato proposto un viaggio nel presente e nel futuro della salute con convegni, aree congressuali, tavole rotonde, spazi dimostrativi, educazionali e interattivi dedicati ai cittadini, per presentare le innovazioni destinate a migliorare le abitudini alimentari e il modo di vivere e di curarsi.
L'Ordine degli Infermieri di Roma e' stato presente all'evento con un proprio stand per l'intera durata della manifestazione, con l'obiettivo di promuovere attivita' di educazione sanitaria rivolte al cittadino. Con gli infermieri capitolini, anche i volontari Cives e i rappresentanti dell'associazione che riunisce gli infermieri di Area critica, Aniarti, ora divenuta societa' scientifica.
E' stata proprio Aniarti, con il patrocinio di Opi Roma, ad animare, sabato 10 novembre, un workshop gratuito articolato in due sessioni: "Alimentazione: nuovo approccio educazione e prevenzione" e "Infermieri e alimentazione: cura ed assistenza".
ExpoSalus and Nutrition ha inteso quindi accreditarsi come una vetrina delle migliori esperienze nazionali ed internazionali nell'ambito clinico, farmaceutico, tecnologico ed organizzativo, che diano conto del passaggio dalla "Medicina Basata sulle Conoscenze" alla "Medicina Basata Sulle Evidenze", sui risultati.
Nello stand della Regione Lazio, che ha supportato la manifestazione, e' stato possibile attivare la propria tessera sanitaria, prenotare esami di screening, ottenere informazioni sui corretti stili di vita e sulla nutrizione. Attiva anche una webcam in diretta dalla centrale operativa del Nue 112; mentre l'Ares 118 ha organizzato attivita' dimostrative e illustrato il funzionamento di Telemed per gestire la trasmissione dei tracciati ECG (elettrocardiogramma) direttamente dall'ambulanza agli ospedali.
Per la FNOPI, nelle more del riconoscimento di specializzazioni mirate per la professione infermieristica, appare prioritaria l'istituzione omogenea su tutto il territorio nazionale della figura dell'infermiere di famiglia e di comunita'. Anche l'Oms nel documento "Health 21" del 1998, introduce la figura dell'Infermiere di famiglia, ritenendo che possa dare un contributo chiave in seno all'equipe multisciplinare di professionisti della salute, al raggiungimento dei 21 obiettivi di salute sostenibile del XXI secolo.
Secondo questo documento il "nuovo infermiere" e' colui che aiuta gli individui ad adattarsi alla malattia e alla disabilita' cronica trascorrendo buona parte del suo tempo a lavorare a domicilio della persona assistita e della sua famiglia.
L'obiettivo e' mantenere, e migliorare nel tempo, l'equilibrio e lo stato di salute della famiglia, nella comunita', aiutandola a evitare o gestire le minacce alla salute.
Oggetto dell'assistenza dell'Infermiere di famiglia e' l'intera comunita', di cui la famiglia rappresenta l'unita' di base. In tal senso l'infermiere di famiglia svolge il suo ruolo nel contesto comunitario di cui fanno parte la rete dei servizi sanitari e sociosanitari, le scuole, le associazioni e i vari punti di aggregazione.
In questo senso ci sono gia' esempi nel nostro Paese di Regioni (Lombardia, Piemonte e Toscana ad esempio) che hanno deliberato ufficialmente - anche dopo periodi di sperimentazioni che hanno dimostrato l'efficacia e il successo dell'iniziativa - l'introduzione nel Servizio sanitario regionale di questa figura, prevedendone non solo ruoli e funzioni, ma anche i percorsi formativi, altre (Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Puglia, Valle d'Aosta) hanno attivato sperimentazioni e altre ancora hanno presentato proposte di legge (Lazio, Sicilia) per istituire la funzione dell'infermiere di famiglia.
(Red/ Dire)