Roma, 7 nov. - "Urge implementare un patto per la decarbonizzazione dell'Ilva. Non puo' esistere diritto al lavoro senza diritto alla salute e viceversa". Con queste parole Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, in una nota commenta la firma da parte della Regione Puglia del protocollo Breathelife, stilato dall'Organizzazione mondiale della Sanita', e la presentazione di un piano di decarbonizzazione per combattere l'inquinamento atmosferico.
"Insieme alla tutela dei posti di lavoro a Taranto- sostiene Anelli- occorre riconvertire l'Ilva dall'utilizzo del carbone ad altre fonti meno inquinanti per garantire la tutela della salute dei tarantini".
Secondo il report 'The Unpaid Bill of Carbon' pubblicato ogni anno dalla Health and environment alliance di Bruxelles, le morti premature attribuibili ogni anno a emissioni da carbone in Europa sono circa 23mila, oltre a 12mila casi di bronchite cronica e 20mila ricoveri ospedalieri, con costi totali diretti e indiretti stimabili in 43 miliardi di euro nei 27 Paesi dell'Unione.
"Non e' assolutamente accettabile quanto deciso dal governo in materia di monitoraggio dell'inquinamento a Taranto- spiega Emanuele Vinci, coordinatore della commissione Fnomceo su Ambiente e salute- Infatti il governo ha deciso che al fine della tutela della salute dei cittadini va effettuata la Valutazione del danno sanitario, ovvero una valutazione che si fa a posteriori, contando morti e malati, e solo quando si superano i limiti soglia degli inquinanti".
"Serve un intervento del governo affinche'l'eliminazione del carbone sia inserita tra le prescrizioni di tutela ambientale e siano riviste le soglie stabilite per legge per Pm10 e Pm2.5- conclude Anelli- Taranto ha bisogno di un progetto di ampio respiro che rilanci le attivita' produttive nel rispetto dell'ambiente e della salute dei cittadini".
(Rel/ Dire)