Roma, 7 nov. - Piu' di un miliardo di persone nel mondo e' colpito da disturbi neurologici e da qui a 20 anni tali patologie saranno la principale causa di morte e disabilita', lo dicono i dati diffusi dall'Oms. La conferma di queste stime e' arrivata dal 49esimo Congresso nazionale della societa' italiana di Neurologia.
Nel nostro paese, dove gli anziani sono la stragrande maggioranza della popolazione si prevede l'aumento dell'insorgenza delle malattie croniche legate all'eta' tra cui naturalmente le malattie neurologiche. Centocinquantamila nuovi casi di ictus ogni anno, 800mila persone sopravvissute allo Stroke rimangono compromesse. 120mila gli italiani colpiti ma sclerosi multipla e 5mila invece soffrono di emicrania tra cui 800 mila affetti da emicrania cronica a soffrire maggiormente del problema sono le donne.
"La sfida per la neurologia italiana- ha dichiarato Luigi Mancardi, presidente Sin e direttore della clinica neurologica di Genova- se da un lato siamo al terzo posto in Europa e al settimo al mondo per le pubblicazioni scientifiche in neurologia, dall'altro l'assistenza medica seppure di livello deve fare i conti con modesti investimenti in sanita'".
Questo congresso, prosegue il presidente del Sin, "e' stata anche un'occasione per parlare dei progressi terapeutici nell'ambito della sclerosi multipla. Dalle terapie con anticorpi monoclonali alle terapie anti linfocitarie B che sono molto efficaci per le forme di SM a ricadute e remissione ma anche nelle forme progressive. Buone notizie anche per le forme secondariamente progressive di malattie mentre nelle forme piu' aggressive della malattia ci si puo' indirizzare su terapie con trapianto autologa di cellule staminali ematopoietiche".
"Negli ultimi 10 anni, il futuro del trattamento della malattia di Parkinson- dichiara Alfredo Berardelli, direttore del Dipartimento di Neuroscienze Umane de La Sapienza di Roma- si fonda sull'innovazione digitale mentre nel prossimo futuro anche la terapia farmacologia potra' offrire soluzioni utilizzando anticorpi monoclonali. È stato dimostrato che il Parkinson colpisce la plasticita' celebrale. Per i tremori correlati ma anche per quelli essenziali, si ricorre alle terapie ad ultrasuoni".
Il convegno, che si e' svolto a fine ottobre, ha avuto il merito di mettere insieme le varie figure che approcciato questo tipo di patologie che fino a qualche anno sembrano senza possibilita' di cura.
La prevenzione rimane l'approccio vincente per questo tipo di malattie neurodegenerative. Anche la ricerca neurologica oggi ha compiuto passi da gigante. "Oggi il neurologo- conclude Berardelli- puo' contare su nuove possibilita' sia dal punto di vista farmacologia, grazie alla recente scoperta di terapie monoclonali, sia dal punto di vista fisiopatologico grazie alle recenti scoperte sul ruolo della corteccia motoria celebrale.
Inoltre possiamo beneficiare dell'innovazione digitale che consente anche il monitoraggio anche a distanza dell'evoluzione della malattia".
(Rel/ Dire)