Roma, 18 lug. - "È dal 1992 che parliamo dell'assistenza domiciliare come di una Torre di Babele, in cui ci sono modelli assistenziali differenti, dove non esiste una logica comune. Il nostro Sistema sanitario ha ormai 40 anni e non e' piu' in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini. Tutto questo genera disuguaglianza che non e' solo nel gradiente da Nord a Sud, ma anche nelle differenze di aspettativa di vita che si registrano all'interno della stessa citta', a seconda che una persona nasca in collina o in periferia come avviene, ad esempio, nella citta' di Torino". Cosi' il presidente di Osa e di Confcooperative Sanita', Giuseppe Milanese, intervenuto a Roma a Long-Term Care Three, gli Stati generali dell'assistenza a lungo termine, la due giorni organizzata da Italia Longeva presso il ministero della Salute.
Il presidente Milanese, come riporta il sito dell'Osa, si e' confrontato con esponenti del mondo accademico, sanitario e istituzionale in una tavola rotonda che ha seguito la presentazione dell'indagine sull'Assistenza domiciliare integrata, condotta da Italia Longeva. Lo studio ha evidenziato come il trend dell'offerta di cure domiciliari agli anziani sia in crescita (+0,2% rispetto al 2016) pur restando un privilegio per pochi e con forti disomogeneita': a goderne infatti sono solo il 3,2% di over65 residenti in Italia. Questo dato inoltre varia fortemente a seconda delle aree del Paese e perfino all'interno delle stesse Regioni, per quanto riguarda l'accesso al servizio, le prestazioni erogate rispetto quelle inserite nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), le ore dedicate a ciascun assistito, la natura pubblica o privata degli operatori e il costo pro capite dei servizi.
In media, le Aziende sanitarie locali coinvolte nello studio garantiscono agli anziani l'87% delle 31 prestazioni a piu' alta valenza clinico-assistenziale previste nei Lea, mentre un'evidente disomogeneita' riguarda il numero di accessi in un anno anche nella stessa Regione come avviene in Lombardia dove gli accessi all'Ats Milano sono pari a 41 mentre quelli all'Ats Montagna (provincia di Sondrio) si attestano a 8. Dati differenti anche per quanto riguarda le ore di assistenza erogate ad ogni singolo assistito, ad esempio alla Asl Torino 5 le ore di assistenza previsto nel Pai (Piano di assistenza individuale) sono 9, mentre nella Asl Roma 4 si arriva a 75. Ad un'ampia variabilita' di assistiti e attivita' erogate corrispondono poi costi differenti per la singola presa in carico con spese che variano dai 543 euro della Ats Montagna (Lombardia) agli oltre 1.000 euro della Asp Potenza (Basilicata).
In un contesto cosi' disomogeneo e di fronte al progressivo aumento della cronicita' e dell'invecchiamento della popolazione, Milanese ha sottolineato come la cooperazione sia "uno strumento che, se utilizzato bene, permette di mettere insieme professionalita' diverse al servizio dei cittadini".
Un'esperienza che sta gia' dando i suoi frutti in Confcooperative Sanita'. "In Federazione- ha ricordato infatti Milanese- dal 2010 faccio la fatica di mettere insieme cooperative socio-sanitarie, medici, farmacie di servizi e mutue per costruire un sistema che possa essere sussidiario, che si ponga come partner del sistema laddove il Ssn non puo' arrivare".
(Red/ Dire)