Macri' (Siomi): Anche sostanze di piccolissima concentrazione hanno effetto
Roma, 4 apr. - L'Omeopatia e' vista con occhio molto critico dalla scienza ufficiale e negli ultimi tempi gli attacchi si sono intensificati: "Viene messa in discussione la sua efficacia in quanto il meccanismo di azione del farmaco omeopatico non e' del tutto dimostrato, o ancora non del tutto chiarito". Lo ha affermato Francesco Macri', professore aggregato di Pediatria dell'Universita' La Sapienza di Roma e vicepresidente della Siomi (Societa' italiana di omeopatia e medicina integrata).
"Veniamo fuori da un periodo in cui si erano fatte varie ipotesi sul meccanismo di azione dei farmaci omeopatici. La piu' nota e' quella della memoria dell'acqua- ricorda il professore- la sostanza omeopatica viene diluita in modo progressivo fino a raggiungere diluizioni infinitesimali. Fare una quindicesima centesimale Hahnemanniane e' come mettere un granello di sabbia nero in 500 milioni di chilometri cubi di granelli di sabbia chiara. I critici dicono, appunto, che si tratta di acqua, perche' non c'e' piu' nulla. Dunque- chiede Macri'- come puo' funzionare? Ci sono delle correnti di pensiero che sostengono che ci siano dei meccanismi elettromagnetici, la sostanza non c'e' piu' ma il diluente, e cioe' il liquido che la conteneva, conserva delle proprieta' elettromagnetiche che giustificano l'effetto terapeutico. Oggi si lavora su altri schemi- fa sapere il professore- sulla terapia con le nano particelle".
"In realta' anche sostanze di piccolissima concentrazione possono avere effetto. Tecnicamente la sostanza omeopatica e' ancora presente fino a che non si supera la 12esima diluizione Hahnemanniane. Oltre la sostanza non dovrebbe essere piu' presente", ha aggiunto il vicepresidente della Siomi.
"Ci sono degli studi realizzati con tecniche sofisticate di risonanza magnetica che mostrano che per un problema legato all'interfaccia tra la sostanza e il liquido che la contiene, aldila' di una certa fase della diluizione e' come se si uscisse fuori dal meccanismo aritmetico. Aldila' di una certa fase della diluizione la quantita' di sostanza resta costante, e quindi la diluizione si ferma li'".
Per spiegarsi Macri' fa un esempio: "È come mettere dei tappi di sughero in un barile di acqua. Mettiamo prima i tappi nel barile e poi aggiungiamo l'acqua, all'inizio i tappi cominciano a galleggiare e si disperdono sul pelo dell'acqua, ma questa dispersione resta costante anche se aggiungo altra acqua. Oggi si pensa che il meccanismo di azione sia giustificato dal fatto che la sostanza in realta' continua ad essere presente- conclude Macri'- e questo spiegherebbe e darebbe una spiegazione ai critici che dicono che in realta' c'e' acqua".
(Red/ Dire)