(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 21 giu. - "Esiste un evidente contrasto esistente tra la perfetta formulazione dell'art. 1 sui contenuti del consenso informato che rappresentano una grande ed ormai imprescindibile conquista di civilta' e gli insensati contenuti di cui all'art. 4, dove viene prevista la possibilita' che un soggetto maggiorenne possa nominare un fiduciario non consanguineo, magari un partner del quale solo in quel momento e' innamorato ed e' in relazione sentimentale, per poi non esserlo piu' quando gli succedera' proprio quell'accidente per il quale lui si era preoccupato di disporre, senza che pero' abbia provveduto a sostituirlo o ad esautorarlo". E' quanto scrivono in una lettera inviata al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il segretario generale del Sismel (Sindacato degli specialisti in medicina legale e delle assicurazioni), Giovanni Liguori, e il presidente del consiglio dei segretari regionali del Sismel, Alberto Bellocco, a proposito del ddl sul biotestamento in discussione al Senato.
"E' possibile che il testo non abbia previsto che solo il medico legale puo' garantire la validita' dell'informazione- proseguono- e della capacita' di percepirne la portata ai fini di un valido consenso informato, fornita ad un soggetto che versi in una determinata situazione patologica? Ma anche a colui che sia in condizioni di benessere psico-fisico? Come e' immaginabile l'assenza della medicina legale, l'unica disciplina in grado di coniugare la medicina al diritto, in un provvedimento in cui si affrontano tematiche quali la possibilita' di ottenere o rifiutare le cure? Ma anche per la volonta' espressa da un paziente in condizioni di benessere a futura memoria, si puo' mai demandare all'impiegato comunale la sensibilita' e la responsabilita' di valutare se il soggetto che sta disponendo per quel momento della vita in cui non sara' piu' in se', abbia veramente capito e compreso il senso di quello che sta facendo?".
Prosegue la lettera: "E se il soggetto che ivi si reca ad esprimere una volonta' cosi' determinante in quel momento si trovasse sotto coercizione psicologica o, peggio, sotto ricatto? Chiediamo un suo autorevole intervento affinche' il testo venga modificato, dichiarandoci sin d'ora disponibili ad un incontro per un approfondimento, affinche' lei possa valutare se raccogliere queste nostre indicazioni, insieme ad altre gia' in fase di studio, per un miglioramento di una norma destinata ad incidere in maniera si' efficace su quel momento della nostra vita- concludono Liguori e Bellocco- in cui non saremo piu' in grado di esprimere la nostra volonta'".
(Red/ Dire)