(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 13 dic. - Un buon servizio sanitario non basta a garantire la salute dei cittadini, ma occorre offrire anche servizi adeguati e garantire sicurezza a chi ci vive. A ricordarlo sono stati gli esperti in occasione della conferenza internazionale 'Health in the Cities' sulla salute nelle citta', che si e' svolto a Roma.
"Il problema della salute non si limita all'organizzazione sanitaria e alle performance del servizio sanitario nazionale, ma implica tutto il resto- ha fatto sapere l'endocrinologo e presidente dell'Health City Institute, Andrea Lenzi- I decisori politici devono aiutare la salute e la sanita' a migliorare, grazie a tutta una serie di interventi in diversi settori, da una buona mobilita' agli spazi verdi dove poter camminare e giocare. Con le azioni giuste, infatti, la citta' potrebbe rendere sani e restituire a chi ci vive la sicurezza dei luoghi di vita".
In Italia, intanto, l'urban diabetes e' un problema emergente di sanita' pubblica, visto che "nelle 14 citta' metropolitane- hanno spiegato gli esperti- risiede il 36% della popolazione del Paese e circa 1,2 milioni di persone con diabete. I fattori piu' importanti alla base della crescita della prevalenza di diabete sono rappresentati dall'invecchiamento della popolazione e dall'obesita'". E con l'aumento della popolazione nelle aree urbane si assiste anche al cambiamento della struttura demografica. A Roma, per esempio, la popolazione e' raddoppiata nella citta' metropolitana "passando da 2,1 milioni nel 1951 a 4 milioni nel 2011, e cresce di oltre il 70% nel solo comune capoluogo (da 1.650.000 a 2.618.000 nel 2011). L'indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra ultrasessantacinquenni e bambini di 0-14 anni) passa da 35,1 nel 1971 a 144,2 nel 2011.
Nello stesso periodo la quota di persone di almeno 75 anni passa da 2,9 a 9,7%".
Nel solo Comune di Roma la quota di ultra settantacinquenni raggiunge il 10,7%. Secondo gli ultimi dati Istat (2016), quindi, nella citta' metropolitana di Roma risiedono 4,3 milioni di persone (2,9 nel Comune). Gli stranieri residenti sono oltre 500mila (il 12,1% a fronte dell'8,3% medio nazionale), di cui 365mila in citta' (il 12,7%). La dimensione media delle famiglie della citta' metropolitana, in generale, si riduce: da 3,3 componenti nel 1971 a 2,2 nel 2011, perche' aumentano le persone sole (anziani, ma anche giovani). Il fenomeno e' piu' accentuato nei sistemi urbani: in particolare, gli anziani (>64 anni) che vivono soli sono il 28,4% (29,4% nel territorio comunale, mentre la media italiana e' 27,1%).
Altro indice che si puo' correlare alla salute in citta' e' quello della mobilita'. In base ai dati a disposizione, ogni giorno "il 68,3% della popolazione cittadina- hanno aggiunto ancora gli esperti durante la conferenza Health in the Cities- si sposta per motivi di studio (in circa due terzi dei casi) o di lavoro. Si tratta di circa 1.339.000 persone che in larghissima parte rimangono all'interno del comune di Roma (il 95,8%) per piu' di una persona su cinque lo spostamento e' superiore a 45 minuti". È evidente lo svantaggio rispetto alla media italiana con il 55% di spostamenti al di sotto dei 15 minuti e solo il 10,7% sopra i 45 minuti. Per gli spostamenti quotidiani per lavoro e studio "il 59% delle persone utilizza principalmente un mezzo privato veloce (automobile, moto, motorino, ecc.). Circa il 15% lo fa a piedi o in bicicletta(cosiddetta mobilita' lenta) e il rimanente 26% utilizza un mezzo pubblico". Il modello di mobilita' urbana si discosta dunque da quello prevalente a livello italiano per un maggior uso del mezzo pubblico a scapito sia della mobilita' lenta sia del mezzo privato.
(Red/ Dire)