Solo 4% malati ha consulenze su tutela fertilita' durante chemio
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 5 apr. - Oggi, nei Paesi occidentali, solo il 4% dei malati oncologici usufruisce di una consulenza sulla possibilita' di preservare la fertilita' prima di iniziare i trattamenti, senza influenzarne l'efficacia. Questa percentuale si abbassa ulteriormente per le malattie croniche invalidanti. Intanto in Italia ogni giorno vengono effettuate 30 diagnosi di neoplasia e di queste piu' di un terzo, circa il 40%, colpisce donne in eta' fertile. Per divulgare nei medici specialisti del settore la conoscenza delle nuove frontiere nel campo della preservazione della fertilita', nei pazienti affetti da patologie oncologiche e onco-ematologiche o da malattie croniche invalidanti, e' nata lo scorso anno a Roma la prima Scuola italiana di Alta Formazione in Oncofertilita', che inaugurato il primo modulo, presso l'Istituto Santa Emilia de Vialar della Capitale. Direttori del corso, promosso dall'Universita' Sapienza di Roma e dall'associazione 'Gemme Dormienti' onlus, sono Paolo Marchetti, professore ordinario di Oncologia medica alla Sapienza, e Andrea Lenzi, professore ordinario di Endocrinologia alla Sapienza, mentre il responsabile scientifico e' Mariavita Ciccarone, presidente della onlus e ginecologa presso l'ospedale San Carlo di Nancy di Roma.
"Quello dell'oncofertilita'- spiega all'agenzia Dire il professor Marchetti- e' stato uno dei temi maggiormente seguiti in questi ultimi anni, ma purtroppo solo pochi centri hanno a cuore questo problema tanto importante per le nostre pazienti. Il tema riguarda un numero sempre crescente di donne giovani che hanno una diagnosi di neoplasia e che devono affrontare un percorso che puo' modificare in maniera significativa la loro funzione ovarica e quindi anche la loro possibilita' di avere figli". Inoltre, "il riconoscimento precoce di questo problema, l'attuazione di strategie volte a modificare la compromissione o la difficolta' ad avere dei figli dopo la chemioterapia, o dopo trattamenti specifici, e' una possibilita' reale che si puo' applicare nell'attivita' clinica quotidiana- aggiunge Marchetti- ovviamente rispettando regole specifiche e affrontando questa tematiche secondo quelle che sono le piu' moderne conoscenze in tema di preservazione della fertilita' e direi piu' in generale della funzione ovarica.
Il tema quindi non e' solo quello di far vincere la vita due volte, sconfiggendo il cancro e consentendo alla paziente di avere figli, ma e' anche quello di preservare un'attivita' e una funzione dell'ovaio che ovviamente aiuta le nostre pazienti ad avere una vita migliore". Il tema dell'oncofertilita', ricorda Marchetti, e' dunque "estremamente importante e diffuso in diverse patologie e gruppi di eta', rappresentando un reale bisogno- sottolinea- e non dobbiamo lasciare che non venga riconosciuto dalla classe medica, dagli oncologi e dagli ematologi. Non dobbiamo lasciare, insomma, che questo rimanga un bisogno non risolto proprio perche' non riconosciuto". Ma come si fa a preservare la fertilita'? "È possibile intervenire con modalita' diverse- risponde l'esperto - che vanno dalla preservazione della funzione ovarica, mettendo a riposo l'ovaio nel periodo della chemioterapia, al raccoglimento di ovuli o di una parte del tessuto ovarico. Anche nella parte maschile ovviamente e' possibile criopreservare il seme e questo consente di avere un patrimonio di gameti, o di tessuto ovarico per quanto riguarda le donne, che possono poi essere reimpiantati fornendo una risposta importante a questa necessita'".
La Scuola di Alta Formazione in Oncofertilita', di cui inizia oggi il secondo corso, e' destinata ogni anno a 15 medici specialisti in discipline affini alla tematica dell'oncofertilita'. "L'oncofertilita' e' una disciplina ponte tra la medicina della riproduzione e l'oncologia- fa sapere la dottoressa Ciccarone- Purtroppo aumentano ogni giorno i pazienti malati di cancro in eta' fertile e aumenta l'eta' della prima gravidanza, ma per fortuna siamo in grado di curare questi pazienti. Spesso, pero', le cure portano alla sub-fertilita' fino ad una infertilita' totale, per cui questi pazienti vanno informati prima di iniziare trattamenti specifici sulla necessita' di preservare sia la fertilita' sia la funzione ovarica. Di questo si occupa la nostra associazione che segue pazienti di sesso femminile". Ancora, secondo Ciccarone, "per i maschi e piu' semplice, infatti, per le donne e' piu' complicato: noi ci occupiamo di bambine dai 3 anni di vita, eta' della nostra paziente piu' giovane, fino a donne di 38 anni compiuti per quanto riguarda le tecniche di preservazione, e di eta' piu' avanzata per quanto riguarda invece la conservazione della funzione ovarica.
Non e' importante infatti pensare solo all'aspetto riproduttivo, ma anche al fatto che portare piu' avanti l'eta' della menopausa rende la qualita' della vita migliore". In particolare, la Scuola risponde a quella che e' un'esigenza sentita "sia dai medici sia dalle pazienti- aggiunge Ciccarone- perche' il tema dell'oncofertilita' riguarda una medicina modernissima, quindi i medici hanno bisogno di essere formati su cosa si puo' fare e su quando si deve intervenire. È il m portante ribadire che si deve intervenire in assoluta urgenza e non con le cure oncologiche, che sono pure indispensabili. Quello che ha previsto l'Associazione 'Gemme Dormienti' Onlus e' proprio un percorso in urgenza per aiutare queste pazienti a preservare la fertilita' senza interferire in nessun modo con le terapia anticancro". Secondo l'esperta, c'e' necessita' di fare un maggiore lavoro di sensibilizzazione su questa tematica.
"Quello che abbiamo visto con la nostra esperienza- aggiunge- e' che i medici hanno fame di questo tipo di informazione, anche perche' la nostra professione ha ritmi cosi' serrati che a volte qualche informazione ci sfugge oppure non abbiamo tempo di darla, mentre queste pazienti hanno bisogno di tanto tempo. Allora io sento che sia i pazienti sia i medici hanno sempre piu' voglia di informarsi e di formarsi per offrire il servizio migliore possibile. Non dimentichiamoci che le pazienti, ma anche i loro genitori quando parliamo di bambine o adolescenti, vivono un momento della vita terribile e non sono prese solo dall'ansia di curarsi, ma anche dalla paura della morte. Per cui inserire anche la tematica dell'oncofertilita' diventa complesso e bisogna avere un'equipe multidisciplinare di specialisti che abbia le conoscenze e le capacita' relazionali per parlare anche di questo argomento". Ogni volta che una paziente viene sottoposta a terapie tossiche per l'ovaio, anche se non ha un cancro, ha bisogno di fare preservazione della fertilita'. "Noi riceviamo richieste sia attraverso il nostro sito internet sia attraverso la nostra help line telefonica e sia attraverso i medici che piano piano diventano sempre piu' sensibili alla tematica. Ecco perche' e' nata la scuola: i medici hanno fame di informazione, soprattutto quelli piu' giovani, e quando sono formati capiscono il beneficio che danno alla paziente, offrendo anche la possibilita' di preservare la fertilita'- conclude infine la presidente dell'associazione 'Gemme Dormienti' Onlus- diventando il veicolo della paziente all'associazione".
(Red/ Dire)