Gibertoni: Medici strumentalizzano controlli contro danni salute
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 14 set. - L'Ausl di Bologna non sta 'torchiando' i medici di base mettendo sotto esame le ricette che fanno e gli esami che prescrivono e quindi limitando le loro scelte professionali. Sostenerlo e' "una strumentalizzazione sindacale", manda a dire Chiara Gibertoni, direttore generale dell'Ausl, che ne ha parlato dal palco della Festa dell'Unita' di Bologna. Sono mesi che la Fimmg lamenta i controlli dei funzionari Ausl sulle ricette, ribattezzati 'Confessionali', tanto da spingersi a chiedere che gli ispettori si presentino in ambulatori cosi' da far partecipi anche i pazienti della situazione (pazienti il cui tempo di attesa finirebbe cosi' per aumentare in caso di controlli in corso).
Inoltre, di recente e' partita una segnalazione al Garante della privacy da parte della Fimmg che vede messa in pericolo la riservatezza dei pazienti.
"Non c'e' nessun 'Confessionale', ne' controllo, ma un confronto maturo che nasce prima di tutto per garantire un uso appororiato del farmaco per il paziente e per evitare l'iperprescrizione", ribatte Gibertoni assicurando che il "lavoro che stiamo facendo non e' di controllo ispettivo a fini economici", ma un confronto incrociato tra le ricette e le indicazioni dell'Agenzia italiana per il farmaco (Aifa); "le normali prassi: lo facciamo anche con i medici ospedalieri e gli specialisti. Noi abbiamo un Dipartimento farmaceutico e di Cure primarie dove fior fiore di professionisti lavorano su un utilizzo appropriato del farmaco: non e' mica il medico l'unico che puo' sapere come si prescrive un farmaco", scandisce Gibertoni. Insomma, nessuno obiettivo 'ragionieristico', ma solo evitare un "abuso di farmaci che mette in pericolo la salute del paziente".
Eppure, scuote la testa Gibertoni, proseguono le "strumentalizzazioni: non ci posso fare niente, pero' trovo che sia riduttivo definire come un'azione ispettiva quello che un confronto serio e tecnicamente fondato su attivita' che il medico fa e sui cui si deve confrontare con il mondo scientifico".
A darle man forte e' l'assessore regionale alla Sanita', Sergio Venturi: "Ci sono degli elementi che a qualcuno danno fastidio, ma qua non c'e' piu' nessuno che lavora da solo e se il medico di famiglia pensa di poterlo fare e prescrivere quello che vuole sulla base di quel che ha studiato 30 anni prima", allora sappia che "questo in Emilia-Romagna non puo' succedere perche' anche lui, oltre che alla sua scienza e coscienza, deve rispondere del fatto che ci sono cure che non sono legate alla semplice prescrizione". Venturi sul punto e' inamovibile. "Qui piu' nessuno puo' lavorare da solo, compreso il medico di famiglia: integrazione e' la parola d'ordine ma anche la prassi; o ci si riconosce parte del sistema oppure non se ne fa parte; la concorrenza- ammonisce l'assessore- e' l'ultima cosa di cui c'e' bisogno in un sistema sanitario universalistico; la concorrenza se la fanno gli ospedali privati".
(Wel/ Dire)