(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 5 ott. - "Le basi per una vita sana vanno gettate gia' prima della nascita e nei primi anni del bambino. I cosiddetti 'primi 1.000 giorni', finestra temporale che va dal concepimento ai primi 24 mesi, offrono un'opportunita' unica per prevenire malattie croniche. Le condizioni di vita in utero e nei primi due anni sono ampiamente correlate con l'epidemia di malattie croniche non infettive che colpisce tutto il mondo". Cosi', in una nota, la Fimp.
"Parliamo in particolare di obesita', diabete, ipertensione, malattie del cuore- si legge ancora- Ma il periodo perinatale influenza anche il rischio di allergie, i disturbi dello spettro autistico, patologie neurologiche ed endocrine".
Ecco '1.000 giorni (Piu')' e' il titolo del Congresso nazionale della Fimp, ospitato al Centro Congressi di Pisa. "In questa ristretta finestra temporale- spiega Giampietro Chiamenti, presidente della Fimp- si potrebbero realizzare una serie di interventi in grado di influenzare la qualita' della salute futura intervenendo sullo sviluppo e sul potenziale cognitivo.
Cio' che accade durante la gravidanza e durante questi primi anni sensibili avra' effetti a breve e lungo termine".
Fimp ha deciso di dedicare particolare attenzione a questi temi. "Sappiamo che lo sviluppo del bambino- ricorda Giuseppe Di Mauro, segretario alle Attivita' scientifiche di Fimp- non e' determinato solo dal suo Dna, ma anche da una complessa interazione del patrimonio genetico con l'ambiente. I pediatri della Fimp sono parte integrante della Human Early life Prevention, la Consensus Help su prevenzione precoce delle malattie non trasmissibili e promozione di un corretto sviluppo neurocognitivo, promossa dalla Sipps in collaborazione con la Fimp".
"I fattori che possono influenzare l'andamento dei primi 1000 giorni- fanno sapere dalla Fimp- con effetti a lungo termine sulla salute, sono diversi. Oltre a quelli genetici, grande importanza rivestono quelli ambientali, indotti da nostri comportamenti, come i cattivi stili di vita alimentari, l'esposizione al fumo di sigaretta e all'alcol; o derivanti dai luoghi in cui viviamo, come nel caso delle sostanze inquinanti (diossine, pesticidi o interferenti endocrini, sostanze che interferiscono con il sistema endocrino). È qui che si colloca l'epigenetica, la scienza che studia i meccanismi che regolano l'attivazione dei nostri geni e le modificazioni ereditabili che variano l'espressione genica pur non alterando la sequenza del nostro Dna".
"Con transizione epidemiologica'- spiega Ernesto Burgio, pediatra componente di Fimp Ambiente, dell'Eceri-European cancer and Environment Research Institute- intendiamo riferirci non soltanto all'aumento drammatico, ma anche l'anticipazione dell'eta' di esordio di moltissime malattie cronico-degenerative, infiammatorie, tumorali. Appare evidente che una simile, rapidissima trasformazione epidemiologica, che ha colpito negli ultimi decenni il Nord del mondo e che sta dilagando, adesso, anche nel Sud del pianeta, non puo' avere origini puramente genetiche: nel senso, quantomeno, che la sequenza-base del Dna non muta cosi' rapidamente". Da qui il secondo concetto di "rivoluzione epigenetic". Nel genoma umano e' contenuto soltanto un programma potenziale e le informazioni provenienti dall'ambiente (fin qui enormemente sottovalutato: basti pensare che nella formazione del medico, incredibilmente, l'ambiente e, in particolare l'inquinamento non sono praticamente considerati!) sono fondamentali nel "marcare" il software del Dna, cioe' l'epigenoma, modificandone l'espressione e, nella prima fase della vita (nell'embrione e nel feto) persino la programmazione. In questo senso e' possibile dire che ogni modifica del nostro fenotipo, tanto fisiologica che patologica, e' indotta dall'ambiente, modulata dall'epigenoma, condizionata dal genoma: una vera rivoluzione scientifica, insomma, che ha spostato l'attenzione dei ricercatori dal Dna al suo software epigenetico".
"In armonia con queste problematiche la Fimp ha dato il via a un progetto di formazione sui temi dell'ambiente- precisa Graziella Sapia, responsabile dell'Ambiente di Fimp- per i Pediatri di famiglia italiani in modo da sensibilizzarli e stimolarli ad un ruolo sempre piu' attivo a tutela dell'infanzia e adolescenza con interventi mirati sui bambini e sui genitori di educazione e prevenzione".
(Wel/ Dire)