"Affrontare nodo costo farmaci e reinserimento sociale"
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 5 ott. - "L'Associazione italiana di oncologia medica -Aiom- e l'Associazione italiana dei registri di Tumori -Airtum- pochi giorni fa hanno messo in evidenza che in Italia, nel 2016, verranno diagnosticati 365.800 nuovi casi di tumore, di cui 189.600 (54%) negli uomini e 176.200 (46%) nelle donne. Nel nostro Paese quindi ogni giorno circa 1.000 persone ricevono una nuova diagnosi di tumore. I tumori piu' frequenti, considerando sia uomini che donne, nel 2016 sono quello del colon-retto con 52.000 nuove diagnosi e quello del polmone con oltre 41.000 nuovi casi, seguiti dal tumore della mammella con circa 50.000 nuovi casi e quello della prostata con 35.000 nuove diagnosi. Numeri decisamente importanti che pongono problemi estremamente concreti al nostro Ssn, soprattutto se li si affronta su due direttive: da un lato il costo crescente dei nuovi farmaci, dall'altro quello del reinserimento sociale e professionale delle persone che si cimentano nella lotta con il cancro. Due sfide diverse, che non possono essere eluse in nessun modo". Lo afferma l'onorevole Paola Binetti di Area popolare, che continua: "Sugli aspetti economici, che richiedono le terapie oncologiche innovative, il ministero delle Salute ha mostrato grande apertura e sensibilita', anche se il timore di possibili tagli rappresenta un rischio reale in un sistema in affanno. Ma i pazienti non hanno trovato la stessa sensibilita' quando e' stato affrontato il tema della riabilitazione degli stessi pazienti oncologici, indispensabile se si vuole immaginare un loro pieno reinserimento sul piano socio-professionale. Di fatto la riabilitazione oncologica non e' inclusa nei Lea, recentemente aggiornati.
Eppure il costo sociale di un paziente in cui non si e' ancora riusciti a sconfiggere radicalmente la malattia, ha un costo molto elevato; non solo sul piano strettamente sanitario, per le conseguenze di una cronicizzazione che espone costantemente al rischio di recidive, ma anche sul piano professionale, in cui si perde il contributo prezioso di un'esperienza accumulata nel tempo, e si consegna la persona ai suoi fantasmi interiori, alle sue paure, ingigantite dalla ridotta attivita' e spesso anche dalla perdita di autostima, per cui il paziente si sente di peso alla sua famiglia e alla comunita'. I 365.800 nuovi casi di tumore l'anno impongono al sistema Paese un approccio socio-sanitario integrato, in cui ci sia davvero la persona al centro del sistema e non la malattia. Fin troppo spesso si sente parlare anche in politica economica, della centralita' della persona, ma di fatto sperimentiamo con estrema frequenza la velleitarieta' di questa affermazione e il riduzionismo della persona ad uno soltanto dei suoi aspetti. Ridurre la persona malata all'unica dimensione della sua malattia e' certamente uno dei peggiori riduzionismi del nostro tempo. Solo considerando come parte integrante di un progetto terapeutico anche il pieno re-inserimento del soggetto nel suo contesto socio-professionale, attraverso una opportuna riabilitazione, si puo' dire compito il suo iter personale. Chissa' che la riforma costituzionale non renda possibile ricomporre le politiche socio-sanitarie in una visione unitaria che restituisca al paziente la sua piena dignita' personale", conclude la Binetti.
(Wel/ Dire)