(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 16 nov. - "Il medico di famiglia prima di tutto deve individuare il paziente che ha bisogno di un farmaco nuovo", ma purtroppo "lo fa senza avere le conoscenze adeguate su quando e come utilizzarlo, ma soprattutto sulla comparsa di nuovi sintomi da associare non a una nuova patologia, ma a una interferenza farmacologica". Ecco perche' "la mancanza di familiarita' puo' comportare piu' danni che benefici". A dirlo e' Marco Cambielli, responsabile dell'Area Farmaci della Snamid, durante il 29esimo Convegno nazionale che si e' svolto nei giorni scorsi a Roma.
"I farmaci innovativi- ricorda- non possono essere prescritti da molti anni da medici di famiglia. Parliamo in particolare di quelli piu' importanti anche per uso cronico, come ad esempio per il diabete". Secondo Cambielli la soluzione "non e' solo una rete tra medici di medicina generale e specialisti, ma maggiore conoscenza, dal momento che i primi sono esclusi da iter formativi e informativi e non hanno dimestichezza".
(Wel/ Dire)