Dopo prima frattura solo 26% viene curato, mentre rischio aumenta
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 25 mag. - L'osteoporosi e' una condizione oggi ancora sottovalutata in entrambi i sessi e sottotrattata, eppure rappresenta un'emergenza di salute pubblica che si trova a fare i conti con una popolazione sempre piu' anziana. Secondo un recente studio dal titolo 'Imminent risk of major osteoporotic fracture after fracture', presentato al World Congress on Osteoporosis, osteoarthritis and musculoskeletal Diseases che si e' tenuto a Malaga, dopo la prima frattura "solo il 26% dei pazienti viene sottoposto ad una terapia". L'analisi ha inoltre rivelato che "5.039 pazienti avevano avuto una Mof (frattura da osteoporosi) e di questi 1.919 ne avevano subito una seconda. Ma soprattutto che dopo il primo episodio il rischio e' aumentato del 4% per ogni anno di eta' ed e' piu' alto del 41% nelle donne. Il rischio di una seconda frattura e' poi maggiore nel periodo immediatamente successivo alla prima e, sebbene decresca nel tempo, rimane comunque due volte superiore rispetto alla popolazione generale".
Intanto il Gioseg, gruppo di studio italiano che si dedica allo studio delle cause endocrinologiche dell'osteoporosi, ha aderito alla dichiarazione congiunta dell'American Society for Bone and Mineral Research, la National Osteoporosis Foundation e la National Bone Health Alliance, la Call for Action delle piu' importanti istituzioni scientifiche americane unite nell'invito a una maggiore attenzione alla prevenzione dell'osteoporosi. "La diagnosi di osteoporosi- dichiara Andrea Giustina, ordinario di Endocrinologia all'Universita' di Brescia e presidente del Gioseg- spesso viene fatta in occasione della prima frattura e questo significa aver perso il treno della prevenzione. Dopo la prima frattura il rischio di un secondo evento triplica entro un anno e raddoppia ulteriormente nel decennio successivo".
Dati attendibili, sottolinea Giustina, derivati dal monitoraggio "di oltre 118.000 soggetti nati tra il 1907 e il 1935 che avevano partecipato al Reykjavik Study per i quali e' stato calcolato il tasso di frattura su tutte le fratture occorse dal momento dell'arruolamento nello studio sino al 2012. Si e' visto quindi che l'osteoporosi e' ancora sottovalutata in entrambi i sessi e sottotrattata, eppure rappresenta una emergenza di salute pubblica che si trova a fare i conti con una popolazione sempre piu' anziana che dopo il primo evento fratturativo si avvia ad un destino di non autosufficienza e spesso morte".
La 'call for action' delle societa' scientifiche internazionali e del Gioseg, prosegue il presidente, invita "tutti noi a muoverci su un duplice binario: da una parte e' fondamentale mettere in atto su larga scala le misure di prevenzione primaria dell'osteoporosi migliorando lo stile di vita gia' dalle prime decadi di vita. D'altra parte, e' altrettanto importante saper e poter eseguire una diagnosi precoce di osteoporosi mediante l'esecuzione dell'esame Moc e l'individuazione delle fratture morfometriche vertebrali nei soggetti a rischio, quali coloro con familiarita' per osteoporosi, soggetti di eta' geriatrica e coloro che sono affetti da malattie croniche e sottoposti a trattamenti farmacologici potenzialmente osteopenizzanti. Una corretta e precoce individuazione dei soggetti a rischio di fragilita' scheletrica- conclude Giustina- permette una efficace prevenzione delle fratture".
(Wel/ Dire)