Lorenzin: Italia cresciuta nonostante crisi, ma fare di piu'
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 4 mag. - Ammontano a 820 milioni i fondi assegnati negli ultimi tre anni dal ministero della Salute nella ricerca biomedica. Di questi, 348 milioni sono stati assegnati con bandi competitivi grazie ai quali e' stato possibile finanziare 831 progetti. Oltre 120 milioni, inoltre, sono stati dedicati negli ultimi tre anni a progetti di giovani ricercatori (sotto i 40 anni), che hanno consentito il finanziamento di 388 progetti coordinati da giovani ricercatori. Sempre negli ultimi tre anni, infine, il sistema sanitario nazionale ha investito complessivamente nelle attivita' di ricerca biomedica risorse umane, strumentali ed economiche per un miliardo e 800 milioni di euro. Sono alcuni dati emersi nei giorni scorsi a Roma in occasione della conferenza stampa di presentazione degli Stati generali della Ricerca sanitaria, che si e' svolta presso il ministero della Salute alla presenza del ministro, Beatrice Lorenzin.
"Siamo convinti che la ricerca in campo biomedico- ha detto Lorenzin- sia un settore ad altissimo tasso di potenziale di innovazione e investimento. Nonostante la crisi economica, infatti, in Italia ha continuato a crescere costruendosi accanto ad un indotto altamente specializzato e qualificato, che ha reso il nostro Paese competitivo rispetto ad altri dove, fino a poco tempo fa, sembrava conveniente investire per le grandi aziende che si occupano di innovazione. In realta', quello che ci dicono gli stakeholder e' che conviene investire in Italia perche' ha un'alta qualita' di formazione del personale, un livello di certificazione del prodotto industriale altissimo e riconosciuto dalla compagine internazionale, mentre dall'altro lato ha un tessuto universitario con ricercatori al massimo livello dal punto di vista della ricerca mondiale".
Ma secondo il ministro della Salute, l'Italia nel campo della ricerca biomedica deve fare ancora di piu'. "Il nostro Paese- ha proseguito Lorenzin- deve fare molte cose a livello di personale, moltissime a livello di cultura scientifica, che e' ancora troppo bassa, e molto dal punto di vista della capacita' nostra di attrarre investimenti non solo nella produzione ma anche nella ricerca: questo, secondo me, e' il nostro grande obiettivo, cioe' il passare dall'essere un Paese che sicuramente e' al top nella produzione ad uno in grado di attrarre grandi investimenti.
Dobbiamo aumentare la nostra capacita' di accoglienza come sistema Paese e rivedere una serie di norme che aiutino sempre di piu' la ricerca, potenziare le possibilita' e il comfort per i ricercatori e, non da ultimo- ha concluso- aumentare la quota di investimenti in questo settore".
(Wel/ Dire)