Associazioni, parlamentari e ministri contro ddl su cannabis
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 27 lug. - L'allarme sociale: "Liberalizzate le canne e avremo un milione di giovani zombie, incapaci di distinguere i contorni della realta', con i tempi di reazione alterati, con la percezione distorta della realta' e degli affetti". L'allarme terrorismo: "Abbiamo visto che anche i terroristi di queste ultime settimane erano sotto effetto di stupefacenti". L'allarme degrado: "La droga sta tornando a Roma. In giro per la citta' vedi tutti consumare droga tranquillamente alla luce del giorno a qualsiasi ora e qualsiasi eta'". Il fronte del 'no' alla legalizzazione della cannabis si compatta: associazioni, parlamentari e ministri si schierano compatti alla Camera contro la proposta di legge che nei giorni scorsi e' approdata in aula.
Alessandro Meluzzi, psichiatra, ex parlamentare e portavoce della Comunita' incontro fondata da don Pierino Gelmini, e' drastico: con la cannabis a portata di mano i giovani diventerebbero "zombie". Poi, si chiede: "Con il disastro in cui versa l'Italia, con le minacce che incombono sull'Europa, il flagello dell'immigrazione incontrollata, l'assedio alla cultura cristiana, e' possibile che la politica senta come grande emergenza la legalizzazione delle canne? Se un extraterrestre si affacciasse ora sulla Terra resterebbe inorridito. Credo che serva un rigurgito di saggezza contro questa deriva folle". Ad ascoltarlo ci sono tanti parlamentari di centrodestra: Maurizio Gasparri, Carlo Giovanardi, Gabriele Toccafondi, Paola Binetti, Maurizio Lupi, Rocco Buttiglione, Eugenia Roccella, Alessandro Pagano, Renato Brunetta. Presenti anche i ministri della Salute Beatrice Lorenzin e quello degli Affari regionali con delega alla famiglia Enrico Costa.
Per Antonio Tinelli, coordinatore del comitato sociale di San Patrignano legalizzare la cannabis e' un'idea "altamente pericolosa dal punto di vista etico, sociale, legale, medico e sanitario. Un pericolo enorme per l'Italia e per le future generazioni. Nell'ultimo anno- racconta- abbiamo accolto dieci persone con esclusiva dipendenza da hashish e marijuana. Ci chiamano retrogradi, conservatori, reazionisti, ma le esperienze e i numeri in alcuni stati americani dopo la legalizzazione ci danno ragione. Qui parliamo di cinque 'piantine' da coltivare in casa: gia' il vezzeggiativo la dice lunga su come vogliano farla passare. Si tratta di piante che da mezzo metro possono arrivare a due metri, arbusti che possono portare fino a due chili di erba, 20.000 euro sul mercato nero. Con la legalizzazione si avrebbe un abbassamento dei costi e di conseguenza una esplosione dei consumi".
Giovanni Paolo Ramonda, presidente della comunita' Papa Giovanni XXIII, osserva: "Abbiamo sperimentato che la cannabis crea dipendenza soprattutto quando viene utilizzata in giovane eta' e oggi i ragazzini di 11-12 anni fanno uso di droga. La cannabis e' dannosa e la legalizzazione non funziona: laddove e' stata legalizzata la prostituzione c'e' stato un aumentato della domanda che non ha ridotto il mercato nero. Abbiamo visto che anche i terroristi di queste ultime settimane erano sotto effetti di stupefacenti".
Antonio Boschini, della comunita' di San Patrignano, parte dalla sua esperienza: "Il 99% di persone che abbiamo avuto e abbiamo oggi in trattamento hanno avuto il primo contatto con la cannabis. L'eta' media e' invariata da molto tempo: 14 anni per le femmine e 15 per i maschi, questo e' il punto di massima vulnerabilita'. Purtroppo tra i giovani si sta diffondendo l'idea che la cannabis non sia dannosa, il primo danno di questo dibattito e' gia' fatto".
Patrizio Lamonca, del Villaggio del fanciullo di Ravenna, aggiunge: "Siamo preoccupati che la legge sia arrivata in Parlamento. Ci pare schizofrenico che da una parte ci sia la legge sull'omicidio stradale e dall'altra si voglia legalizzare la cannabis".
Il ministro Lorenzin denuncia la droga che incontra per le strade di Roma, ribadisce il no alla legge, e osserva: "Questo e' un business fatto sulla pelle dei nostri ragazzi e il messaggio di normalizzazione dell'uso delle sostanze e' la cosa piu' pericolosa di tutte. Da quando e' finita l'emergenza eroina in Italia si e' smesso di parlare di droga e invece, purtroppo, abbiamo un numero impressionante di giovanissimi che arrivano in ospedale in condizioni estreme a causa del consumo di sostanze stupefacenti. Spero che questa sia l'occasione per aprire un dibattito aperto e franco sull'uso e l'abuso di sostanze in Italia perche' e' un tema anche sanitario".
Anche il ministro Costa e' contrario: "Credo che non ci debbano essere forzature parlamentari, che ci debba essere un dibattito sereno. Penso pero' che in questa fase le priorita' sono altre, soprattutto nell'ambito della produzione normativa che dobbiamo avere nel nostro Paese che non sia divisiva".
(Wel/ Dire)