"Si dica si' a utilizzo farmaci ancora in fase di valutazione"
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 6 lug. - "Quando si ha un tumore raro non basta ingaggiare una dura battaglia con la malattia, occorre misurarsi anche con una serie di complessita' che aumentano la distanza tra il paziente e la sua speranza di guarigione. Ogni decisione si colloca al bivio tra massima garanzia per il paziente e rischio controllato davanti alle incertezze della scienza. Tumore raro significa spesso anche mancanza di farmaco appropriato; e la mancanza di farmaci rimanda alle difficolta' oggettiva di attivare una sperimentazione con un numero adeguato di pazienti affetti da quella stessa malattia rara. Anche la possibilita' concreta di ricorrere alle cure compassionevoli con farmaci non ancora in commercio, ma di cui si e' dimostrata una certa efficacia, e' possibile solo se hanno superato la fase due della sperimentazione, cosa che rende comunque difficile l'accesso al farmaco". Lo afferma l'onorevole Paola Binetti di Area popolare, che nei giorni scorsi ha presentato un'interpellanza sul tema al ministro della Salute.
Continua poi Binetti: "Il sottosegretario De Filippo, rispondendo all'interpellanza, ha lasciato intravvedere una via di possibile soluzione del problema e ha aperto una linea di speranza per questi pazienti. Si tratterebbe di una modifica del dm dell'8 maggio 2003, in cui studi di fase Ib/IIa potrebbero rappresentare la giusta via di accesso dei pazienti a quei farmaci che non avessero ancora concluso il loro iter. E' fondamentale aver presente che avere la totale sicurezza di un farmaco puo' rappresentare per alcuni pazienti una speranza del tutto irrisoria davanti ad un tempo di vita contingentato. Il paziente affetto da un tumore raro in fase avanzata chiede di poter provare un farmaco anche se non ha ancora superato tutti i livelli di valutazione, per la semplice ragione che per lui non c'e' altra speranza e un eccesso di prudenza si potrebbe convertire in morte sicura. La maggiore apertura del ministero in tal senso appare del tutto in linea con quanto l'Ema sta facendo a livello europeo, per cui e' auspicabile che questa procedura di accesso ai farmaci venga quanto prima attivata. Se ne ricaveranno non solo speranza e forse miglioramenti concreti per i pazienti, ma anche molti dati scientifici rilevanti", conclude Binetti.
(Wel/ Dire)