(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 3 feb. - Pierluigi Marini, vicepresidente dell'Associazione dei chirurghi ospedialieri italiani, e' intervenuto nei giorni scorsi ai microfoni della trasmissione 'Genetica oggi', condotta da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus, emittente dell'universita' Niccolo' Cusano (www.unicusano.it). L'Acoi ha segnalato un drastico calo della qualita' degli strumenti chirurgici negli ospedali italiani, tanto che i bisturi non tagliano piu'. Marini ha spiegato le conseguenze di questa criticita'. "Nel caso del bisturi- ha affermato- se la lama non taglia come deve tagliare, io sono costretto a passare piu' volte sul punto da tagliare. A meno che non sia Giotto, e se fossi Giotto farei il pittore e non il chirurgo, difficilmente riesco ad essere coerente col primo taglio. Quindi ci possono essere conseguenze di natura estetica, ma anche rischi di infezione. Molto spesso noi siamo costretti a cambiare 3-4 lame perche' non vanno bene, quindi non regge neanche il principio dell'economicita'. Anche perche' stiamo parlando di uno strumento chirurgico che costa due centesimi.
Questo fenomeno non riguarda solo il bisturi, ma puo' riguardare anche i guanti ad esempio, e strumentazione piu' complessa. Il problema e' che se noi acquistiamo riservandoci solo il principio dell'economicita', rischiamo di ridurre la qualita' degli strumenti stessi e questo non e' possibile. Noi facciamo gli interventi sull'intestino utilizzando le suturatrici meccaniche, strumenti che servono a cucire l'intestino. Se una graffetta metallica di questo strumento non funziona bene, il paziente rischia la vita. A volte siamo stati costretti a rifare un intervento da capo".
(Wel/ Dire)