Aneurisma aorta addominale, 6.000 morti all'anno
L'80% non arriva in ospedale, e in emergenza 1 su 2 non ce la
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 20 apr. - Per aneurisma dell'aorta addominale (Aaa) si intende una dilatazione segmentale dell'aorta addominale eccedente del 50% il normale diametro del vaso. La sua rottura e' spesso letale e tra i pazienti che arrivano ancora vivi in centri qualificati la mortalita' rimane altissima (tra il 25-50%), mentre sono i soggetti di sesso femminile a mostrare una mortalita' piu' elevata. In Italia la rottura dell'Aaa e' un evento che causa 6.000 morti ogni anno: in particolare, l'80% dei pazienti muore prima di arrivare in ospedale, dove la mortalita' degli interventi eseguiti in emergenza e' del 50%. Tale rischio, al contrario, si riduce al 3% quando l'intervento puo' essere fatto in elezione. Sono alcuni dati forniti dalla Siapav (Societa' italiana di Angiologia e patologia vascolare).
"L'aneurisma dell'aorta addominale- fa sapere la societa'- ha un'incidenza stimata nella popolazione generale tra il 4 e l'8%. L'evoluzione naturale e' la rottura, un evento drammatico che ha una mortalita' enorme (80-90%), considerando anche le morti prima di arrivare in ospedale; al contrario, se viene diagnosticato e trattato prima della rottura le possibilita' di successo si avvicinano al 97-98%. Ancora oggi, tuttavia, continuano ad arrivare in pronto soccorso persone con aneurismi rotti o fissurati di 8-10 cm di diametro di cui non sapevano nulla. La stragrande maggioranza sono individui ben al di la' negli anni, quasi sempre con piu' fattori di rischio cardio-vascolari, che certamente avrebbero meritato di sottoporsi ad un esame ecografico dell'addome".
Da questi dati della Siapav deriva l'esigenza "di identificare gli aneurisma dell'aorta addominale (Aaa) e trattarli prima che si rompano. L'Aaa- spiegano dalla societa'- e' causato da un processo degenerativo (prevalentemente di tipo aterosclerotico), coinvolgente tutti gli strati della parete aortica. Si conoscono alcuni fattori di rischio non modificabili: eta' avanzata, sesso maschile e familiarita'. A partire dai 50 anni negli uomini e tra i 60 e i 70 nelle donne, l'incidenza di Aaa aumenta significativamente per ogni decade d'eta'".
Il rischio di sviluppare un Aaa, poi, e' di circa "4 volte maggiore nel sesso maschile rispetto al sesso femminile- aggiunge la Siapav- la familiarita' inoltre comporta un rischio di circa 4 volte superiore. Tra i fattori di rischio modificabili il fumo e' il principale; altri fattori di rischio sono ipertensione, ipercolesterolemia, obesita' e preesistente arteriopatia occlusiva. Il diabete mellito, viceversa, riduce il rischio. La prevalenza dell'Aaa era stimata del 4-8% nella popolazione maschile tra i 65 e gli 80 anni. Dati piu' recenti mostrano una prevalenza minore (2,2%), probabilmente grazie alla progressiva modificazione dei fattori di rischio- concludono gli esperti- in particolare il fumo".
(Wel/ Dire)
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