(DIRE Notiziario Sanità) Roma, 23 set. - La Fimmg rilancia l'allarme diffuso dalla Fnomceo e promette di sostenere con i suoi iscritti tutte le iniziative. "Appare chiara ormai che la situazione è diventata insostenibile- dice Giacomo Milillo, segretario nazionale della Federazione italiana di medici di medicina generale- per tutti i medici e di conseguenza per i cittadini da loro assistiti, caratterizzata da discussioni sulla sanità in termini di spesa e mai di investimenti, sia politici che finanziari, tesi al recupero di un'offerta nazionale della assistenza medica maggiormente rappresentativo della medicina generale italiana". Secondo Milillo appare anche evidente che "nonostante tutti i tentativi di interlocuzione, l'atteggiamento rimane quello di un mancato coinvolgimento nelle scelte e di indifferenza alla necessità di sostenere una figura quale quella dei medici, necessaria ai cittadini sia per i bisogni assistenziali, ma anche per quell'affidamento a un soggetto professionale di cui bisogna fidarsi, non a un soggetto di cui dubitare continuamente, che decide su meccanismi economicistici o peggio di risparmio sulla salute dei cittadini".
Non è difficile individuare le cause e le responsabilità, prosegue il segretario nazionale della Fimmg, in un sistema che "con la regionalizzazione della sanità è stato capace solo di determinare interessi di organizzazione regionalistica e non propone mai una sintesi dell'interesse nazionale alla salute della popolazione. Appaiono evidenti le discussioni di regioni che, con piglio ragionieristico, difendono solo i loro conti e plaudono a una offerta assistenziale regionale senza curarsi di un progetto unitario di tutte le regioni. A cosa serve una Conferenza Stato-Regioni, nelle intenzioni del legislatore, se non a definire come si omogeneizzano le pratiche assistenziali in un interesse collettivo e non a ricatti e baratti tra interessi parziali, che devono essere difesi quasi come i confini e i muri che in questi giorni si ripropongono verso gli interessi umanitari dei richiedenti asilo?".
Aggiunge ancora Milillo: "Non è per questo che la maggior parte dei medici ha intrapreso e ama la professione medica; non è per questo che un medico ogni giorno si mobilita e opera in scarsità di risorse e senza una progettualità prospettica, che gli renda merito del ruolo che dovrebbe avere in uno Stato che lo riconosce come servitore dello stesso e dove lo Stato, e forse va ricordato, è l'insieme dei cittadini, non l'interesse politico di 21 governatori". Perciò, conclude infine la Fimmg, è necessario "mettere insieme questi sentimenti etici della professione a difesa della stessa, per questo nessuno si sottrarrà alla parola d'ordine mobilitiamo la professione medica e se ci sarà qualcuno che intenda sottrarsi suggeriamo al cittadino di dubitarne perché quello non è un vero medico".
(Wel/Dire)