(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 25 nov. - "L'abilitazione medica rappresenta il momento in cui si certifica l'idoneità all'esercizio della professione. Collocarla in corrispondenza della laurea significa non solo ridurre le tempistiche all'interno del percorso formativo medico, ma anche ripensare il momento valutativo per gli studenti in medicina al termine del percorso di studi e contestualmente al momento in cui si acquisisce il titolo di dottore in Medicina e chirurgia". Paola Binetti, deputata di Ap e docente universitaria da sempre attenta alle tematiche legate all'università e alla facoltà di medicina, in conferenza stampa alla Camera dei deputati illustra la proposta per rendere abilitante la laurea in medicina.
Presenti in sala anche Andrea Lenzi, presidente del Consiglio Universitario Nazionale, Raffaele Calabrò, deputato, cardiologo e professore universitario, Fabrizio Consorti, presidente della Società italiana di Pedagogia medica. Partecipano anche i rappresentanti del segretariato italiano degli studenti di medicina con Chiara Riforgiato e Felice Sperandeo, Laison Officer for Medical Education Issues. Tanti infine gli studenti presenti, provenienti da molti atenei italiani.
Per Binetti, "discutere della proposta di una laurea abilitante, analoga a quella di tutte le professioni sanitarie, è l'obiettivo dei giovani medici: svolgere il tirocinio indispensabile per accedere all'esame di abilitazione durante i sei anni del corso spostando almeno in parte l'attività didattico-formativa dall'aula al reparto o al laboratorio e dalla cattedra alla relazione con il malato è la richiesta del segretariato italiano degli studenti in medicina.
La deputata di Ap sottolinea che la richiesta e' rivolta "al ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, al ministro della Sanita' Beatrice Lorenzin e paradossalmente anche al ministro dell'Economia. Infatti per accedere alla scuole di specializzazione e' prevista non una borsa di studio, come si dice erroneamente, ma un vero e proprio contratto di lavoro che non puo' essere erogato se il laureato in medicina non e' anche abilitato alla professione medica. Questo permette di avere un percorso piu' chiaro e veloce".
(Wel/ Dire)