SANITA. Agenas: Parti cesarei, -32.000 casi in 4 anni
Ora sono il 25,7% contro il 28,3% del 2010
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 18 nov. - La proporzione di parti cesarei primari, in Italia, scende lievemente, ma progressivamente, dal 28,3% del 2010 al 25,7% del 2014, con grandi differenze tra le regioni e all'interno delle stesse. In termini assoluti, la riduzione corrisponde a un totale di circa 32.000 donne alle quali è stato evitato un cesareo primario negli ultimi 4 anni, con conseguente esposizione a un minore rischio di successivo parto chirurgico. Sono alcuni dei dati che emergono dal Piano nazionale esiti 2015, sviluppato da Agenas e presentato a Roma dal ministero della Salute.
"Il regolamento del ministero della Salute- si legge nel Pne (Piano nazionale esiti)- sugli standard quantitativi e qualitativi dell'assistenza ospedaliera fissa al 25% la quota massima di cesarei primari per le maternità, con più di mille parti e al 15% per le maternità con meno di mille parti. Anche in questo caso, a fronte di un valore nazionale medio del 26% circa, si osserva una notevole variabilità intra e interregionale, con valori per struttura ospedaliera che variano da un minimo del 5% a un massimo del 95%".
Nel 2014, in particolare, rimangono ancora evidenti "le differenze tra le regioni del nord Italia e quelle del sud, con valori medi rispettivamente inferiori e superiori al 20% e che- conclude il Piano nazionale- nel caso della Campania sono stabili al 50%".
Wel/Dire)
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