(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 11 nov. - "Serve almeno un miliardo in più, rispetto a quanto previsto dalla legge di stabilità, per i Lea e per i farmaci innovativi. Le Regioni hanno lanciato un monito importante: non si può più giocare ai 'balletti' di cifre sulla pelle dei cittadini, soprattutto i più fragili". È l'allarme lanciato da Claudio Giustozzi, segretario nazionale dell'associazione culturale 'Giuseppe Dossetti', nel corso di un evento organizzato nei giorni scorsi a Roma per fare il punto sulla situazione relativa ai fondi previsti per la sanità nella legge di stabilità. L'incontro, dal titolo 'Quale futuro per i farmaci innovativi in Italia?', si è svolto presso la sala Capitolare del Senato della Repubblica.
"Il mondo della salute- è emerso dall'evento- è soggetto a rapide trasformazioni e vive un momento sempre più difficile. Alla base di tutto c'è la consapevolezza che il farmaco è un bene sociale, ad elevato contenuto tecnologico, scientifico ed etico. E` allora fondamentale, in questo senso, stabilire un quadro normativo stabile e un riconoscimento del valore dell'innovazione, per non scaricare sulle aziende la responsabilità di rispondere a tutti i bisogni del sistema salute e a fronte dei sempre maggiori investimenti che vengono fatti in ricerca e sviluppo".
Secondo gli esperti, in particolare, ci sono solo alcune questioni che influenzano in maniera negativa sul corretto funzionamento del sistema farmaco e che, in ultima analisi, negano ai cittadini un accesso a terapie d'avanguardia. "Ci sono criticità derivanti dall'eccessivo intervallo temporale- hanno sottolineato- tra il momento di approvazione di un farmaco da parte dell'Ema alla sua entrata in possesso da parte del singolo paziente; c'è disomogeneità degli standard nei sistemi di reporting, circa la rappresentazione dei costi a livello regionale; c'è scarsità di indicatori per poter valutare l'impatto di un farmaco registrato da meno di un anno".
In epoca della spending review, allora, secondo gli addetti ai lavori "non ci si può più esimere dall'affrontare tali problematicità per ottenere efficienza e quindi risparmio. Inoltre, per garantire un reale accesso all'innovazione, è indispensabile guardare al futuro in una sinergia istituzionale, medico-scientifica e aziendale tra i principali stakeholder del sistema". Hanno proseguito gli esperti: "La medicina del nostro secolo è in continua evoluzione, così da poter curare nuove patologie, dovute, ad esempio, alla nascita di resistenze verso i farmaci, oltre che per poter fronteggiare il ritorno di patologie precedentemente eradicate o completamente nuove, a causa della globalizzazione. Abbiamo oggi la possibilità di avere a portata di mano farmaci molto efficaci, ma allo stesso tempo costosi: la sfida di oggi, allora, è quella di non lasciare indietro nessuno- hanno concluso- malgrado la presenza di una popolazione sempre più anziana e polimorbida".
(Wel/Dire)