"Sono 2.712 i bimbi trattati, ma mancano esiti sulla metà"
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 4 nov. - "Non sono pochi i pericoli a cui vanno incontro i bambini troppo vivaci, quelli che in classe sono distratti e preferiscono giocare invece di concentrarsi su quello che la maestra propone, quelli che sono intelligenti ma non rendono abbastanza, disobbedienti a casa, difficili da gestire al ristorante o sulla spiaggia". Lo afferma Paola Binetti, deputato di Area popolare (Ncd-Udc), che spiega: "Spesso la loro sorte è quella della medicalizzazione dei problemi e la somministrazione di psicofarmaci appare oggi decisamente in crescita, anche se è molto lontana dagli standard americani, dove la somministrazione di Ritalin è diventata quasi di rito, quando bambini considerati vivaci arrivano a scuola".
Il sottosegretario alla salute Vito Di Filippo, aggiunge Binetti, "rispondendo ad una mia interrogazione, la terza in materia, ha fornito sul tema dati aggiornati di sicuro interesse". Dal registro dell'Istituto superiore di sanità risultano in trattamento 2.712 bambini, ma per 671 di loro non c'è nessun follow up, cioè "non sappiamo quali effetti abbia avuto la terapia e per 781 di loro sappiamo che il ciclo di terapia è terminato, ma ignoriamo quali vantaggi ne abbiano tratto". Si tratta di 1.452 bambini, in pratica la metà dei bambini trattati. L'interrogazione chiedeva al governo proprio questo: "Non limitarsi a tenere aggiornato il registro, solo per sapere quanti sono i bambini in cura, ma predisporre un sistema di controllo specifico sull'efficacia del trattamento con Ritalin". La deputata di Ap sottolinea come "la salute mentale dei bambini sia un bene prezioso, che va custodito con la massima cura, garantendo loro le condizioni migliori per uno sviluppo completo e sereno. Somministrare farmaci, anche quando sussistono le condizioni adeguate per la loro prescrizione, in mancanza di un adeguato follow up, può creare più problemi di quanti possa risolverne".
In novembre, in occasione della Giornata mondiale dell'infanzia, dice poi la parlamentare, "occorrerà prestare particolare interesse al disagio psicologico dei bambini e alla complessità delle manifestazioni con cui lo esprimono". La crisi della famiglia, la fragilità di molti legami familiari facilmente soggetti ad usura senza vere ricomposizioni, i crescenti livelli di impoverimento, a cui sono soggette molte famiglie, insomma "tutto può contribuire a incrementare l'insicurezza e il disagio dei bambini che appaiono troppo spesso privi di punti di riferimento". Questo quadro sociale, conclude poi Binetti, "non può essere risolto attraverso la medicalizzazione dei problemi ma richiede misure socio-familiari e didattico-pedagogiche più adeguate alle loro necessità. Il monitoraggio del trattamento può servire anche a capire di cosa hanno davvero bisogno i bambini".
(Wel/ Dire)