SANITA. Psoriasi, in Italia ne soffrono in 2,5 milioni
Al mondo in 125 mln, 6 casi su 10mila abitanti ogni anno
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 18 mar. - A causa dell'impatto negativo che spesso ha sulla qualita' di vita dei pazienti, arrivando a condizionarne anche la sfera personale e lavorativa, viene equiparata ad una patologia invalidante. La psoriasi e' una malattia cronica della pelle che si manifesta con la comparsa di chiazze rossastre e rotondeggianti, ben delimitate da margini netti. Puo' interessare tutta la superficie corporea, anche se le aree classicamente piu' colpite sono gomiti, ginocchia, cuoio capelluto e regione sacrale. È piuttosto diffusa e colpisce in misura uguale uomini e donne: al mondo ne sono affette circa 125 milioni di persone, mentre in Italia a soffrirne sono circa 2,5 milioni. Sono alcuni dei dati forniti dalla SIDeMaST (Societa' italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie sessualmente trasmesse) che con l'occasione presenta il XV Corso di aggiornamento sulle 'Malattie infiammatorie della cute', che si svolgera' a Viareggio (in provincia di Lucca) da domani fino al 20 marzo. L'evento e' organizzato grazie al supporto di LEO Pharma.
Nel mondo occidentale, fa sapere ancora la SIDeMaST, circa il 3-4% della popolazione adulta presenta lesioni psoriasiche.
L'incidenza e' intorno ai 6 casi per 10mila abitanti ogni anno, e appare piu' alta nei Paesi sviluppati, mentre si riduce tra neri e asiatici e in alcuni gruppi etnici, come gli aborigeni australiani, ed e' del tutto eccezionale nei nativi americani. La patologia puo' insorgere a qualsiasi eta', ma nelle forme dell'adulto e' piu' comunemente diagnosticata ai 20 e ai 50 anni d'eta'. Con il progredire della patologia, le chiazze possono confluire e ricoprirsi di squame di colore bianco-argenteo. La maggior parte delle persone affette da psoriasi (circa l'80%) soffre di psoriasi a placche, la forma piu' comune, nella forma lieve o moderata.
"Per la psoriasi- spiega Giampiero Girolomoni, presidente della Sid (Societa' italiana di dermatologia)- le prospettive di trattamento sono molto migliorate ed e' davvero fondamentale invitare i pazienti a rivolgersi al dermatologo per avere una terapia adeguata. In generale, quando una persona si accorge delle lesioni tende a sottovalutare il problema, lo nasconde, e spera che passi da solo. Quindi puo' passare del tempo prima che si arrivi a una diagnosi e alla prescrizione di una terapia che oggi puo' fare leva su terapie topiche in gel a base di un derivato della vitamina D, calcipotriolo, e un cortisonico, betametasone, con un ottimo profilo di efficacia- conclude- sicurezza e tollerabilita'".
(Wel/Dire)
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