(DIRE - Notiziario Sanità) Rimini, 20 mag. - "L'epatite C colpisce in Emilia Romagna quasi 3mila persone, anche se, come nel resto d'Italia, molte persone sono infette da Hcv ma non lo sanno: almeno il 3% della popolazione". È quanto emerso dalla settima edizione dell'Icar (Italian conference on Aids and Retroviruses), che si è chiuso il 19 maggio a Riccione dopo aver ospitato i maggiori esperti italiani e internazionali di virologia, che si sono confrontati sui progressi della ricerca. E per la prima volta in assoluto, i riflettori della conferenza sono stati puntati sulle epatiti virali e in particolare sull'epatite C.
"Grazie ai passi avanti della ricerca e ai nuovi farmaci antivirali diretti in arrivo- hanno fatto sapere dall'Icar- come la combinazione grazoprevir/elbasvir, le prospettive di cura per l'epatite C sono sempre migliori, anche per le popolazioni di pazienti considerate 'difficili'". Secondo Erica Villa, direttore della struttura complessa di Gastroenterologia presso l'azienda Ospedaliero-universitaria Policlinico di Modena, in questo momento l'attivita' di ricerca "e' effervescente e il futuro sara' ancora migliore: a meta' 2016- ha spiegato- attendiamo altre combinazioni di antivirali, ancora migliorate".
Questi nuovi antivirali, come ad esempio la combinazione grazoprevir/elbasvir, ha proseguito ancora Villa, "hanno una maggiore potenza, una non dipendenza dalle resistenze virali e un'alta tollerabilita' con un forte rispetto per la funzione renale, il che li rende farmaci ideali da somministrare ai pazienti 'difficili' con cirrosi, compensata o scompensata- ha concluso- e con insufficienza renale".
(Wel/Dire)