"È un discorso culturale. Non si dona solo quando c'è emergenza"
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 22 lug. - "La carenza del sangue per la Regione Lazio e' di circa 30 mila unita' in tutto l'anno". Lo rivela all'agenzia DIRE Stefania Vaglio, professore di Patologia clinica de 'La Sapienza' Universita' di Roma e direttore del servizio Trasfusionale dell'Azienda ospedaliera Sant'Andrea. "Se riuscissimo ad aumentare il numero di donatori o l'indice di donazione (numero di volte che i donatori tornano a donare), il Lazio potrebbe recuperare questo gap in tempi relativamente brevi, con delle variazioni infrannuali", rimarca il medico. "Magari nei mesi di marzo e aprile siamo perfettamente in bilancio, mentre nei periodi estivi e subito dopo Natale si stressa ancora di piu' questa situazione di carenza".
Cosa succede? "In estate paghiamo una serie di problematiche: il gran caldo e le vacanze scoraggiano i donatori, che difficilmente si pongono il problema di donare sangue prima di andare in vacanza. Viceversa- spiega Vaglio- l'afferenza nelle strutture ospedaliere in questo periodo non si modifica e ci troviamo in una situazione di bilancio, tra le necessita' trasfusionali e la quantita' di sangue donato, decisamente in difetto".
Esiste un aiuto a livello nazionale? "Si'- risponde- attraverso una bacheca gestita dal Centro nazionale Sangue e dai flussi compensativi da parte delle diverse regioni.
Ogni giorno il Centro regionale sangue riceve la comunicazione da tutti i servizi regionali trasfusionali della loro carenza- precisa la professoressa- e si vede chi puo' aiutare.Ogni settimana viaggiamo, nel Lazio, su diverse centinaia di unita' di sangue che mancano".
I pazienti "non si rendono conto del problema perche', essendo la nazione Italia autosufficiente, ci aiutano le altre regioni. Ci vorrebbe un moto di orgoglio regionale per dire basta al farci aiutare dalle regioni del Nord. Noi regione Lazio ce la dobbiamo e ce la possiamo fare. È un discorso culturale: non si va a donare solo quando c'e' emergenza. La donazione di sangue deve diventare un atto civile, sociale, civico e solidaristico per cui tutti almeno una volta nella devono andare a donare- conclude Vaglio- possibilmente piu' di una volta".
(Wel/Dire)