A disposizione 20 litri farmaci per curare fino a mille persone
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 24 giu. - Assistenza sanitaria qualificata, dono di farmaci specifici e tanta umanita': si concretizza cosi' l'intervento sociale e sanitario di un team di medici del Policlinico Universitario 'Agostino Gemelli', sostenuti dalla Direzione Generale e dalla Direzione Sanitaria dell'ospedale, messo in atto a seguito dell'intensa diffusione della scabbia, infezione della pelle che si sviluppa in condizioni di scarsa igiene e che ha afflitto in questi giorni numerosi migranti e rifugiati giunti nella Capitale in condizioni di pericolo e forte disagio e attualmente in sosta nel campo attrezzato nei pressi della Stazione Tiburtina.
"È da tempo", racconta il dermatologo Rodolfo Capizzi, uno dei medici dermatologi volontari, "che, insieme a studenti liceali e universitari dell''Opera Regina Apostolorum' di Roma, consegnamo pane e viveri ai senza fissa dimora del quartiere di Ponte Mammolo. Appena e' scoppiata l'ultima emergenza umanitaria abbiamo offerto, sensibilizzati da don Marco Fibbi, parroco della parrocchia di San Romano Martire al Tiburtino, il nostro sostegno e ci siamo subito accorti che, a causa delle pessime condizioni di igiene e sicurezza in cui vivono quotidianamente nei campi di passaggio, la scabbia si e' rapidamente diffusa fra loro".
Quello che ha allarmato l'opinione pubblica- continua la nota- e' soprattutto la possibilita' di contagio: "Si tratta di un'infezione banale", spiegano i dermatologi del Gemelli, "anche se molto fastidiosa e che puo' complicarsi se non trattata, ma si cura molto bene con l'applicazione di una semplice pomata e che certamente non si trasmette con una stretta di mano. È pero' vero che le condizioni in cui versano i migranti favoriscono il contatto prolungato pelle-pelle e il non potersi detergere accuratamente e cambiarsi d'abito ogni giorno, favorisce la trasmissione del parassita Sarcoptes scabiei che provoca in queste persone, gia' molto provate dalle condizioni di navigazione e di sosta nel nostro Paese, un forte prurito quotidiano e costante".
Per realizzare questo intervento umanitario la Farmacia interna del Policlinico Gemelli, su input della Direzione Generale, ha reso disponibili circa 20 litri di farmaco (benzoato di benzene) sufficienti a curare fino a mille persone affette dall'infezione.
"Attualmente", proseguono i medici volontari del Gemelli "anche con l'intervento della Protezione Civile la situazione, che non e' certo un'epidemia all'interno delle comunita' di migranti, e' piu' sotto controllo. È certamente necessario mantenere costanti le condizioni di pulizia e igiene generale affinche' la diffusione e il contagio non si ripetano. I farmaci che noi applichiamo uccidono uova e insetti, ma questi ultimi possono sopravvivere fino a una settimana sugli abiti, spesso gli stessi indossati dai migranti per molti giorni: per questo, a causa del contatto stretto e ripetuto, i migranti si contagiano a vicenda e soffrono certamente molto a causa dell'intensita' del fastidio dovuto all'infezione. Va comunque sottolineato- conclude la nota- che la scabbia e' una patologia dermatologica banale e che basta una terapia a basso costo per curarla e guarirla, essendo sufficiente una sola dose di farmaco".
(Wel/ Dire)