Per 79% preoccupazione di incorrere in controversie pretestuose
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 21 gen. - Circa il 79% dei medici italiani, e' preoccupato di essere coinvolto in una controversia pretestuosa, da cui deriva la necessita' per il 72,2% di tutelarsi con una polizza assicurativa che comprenda anche la tutela legale. Sono i dati principali che emergono da un sondaggio sulle assicurazioni sanitarie realizzato con l'Omceo Roma e presentato martedì mattina al ministero della Salute. L'occasione per presentare l'Osservatorio internazionale della sanita', primo istituto interamente dedicato alle indagini sul mondo medico-sanitario.
Dall'indagine sulle risposte dei 1.076 medici intervistati emerge che l'86,8% aveva gia' stipulato un'assicurazione prima dell'entrata in vigore dell'obbligo previsto dal decreto Balduzzi per i medici del settore privato. Viene quindi confermata un'alta percezione del rischio da parte dei 'camici bianchi': infatti il 15,3% di loro dichiara di aver avuto almeno una volta una controversia con un paziente. "Una percentuale elevata- fa notare il direttore scientifico dell'Ois, Alessandro Solipaca- ma che non giustifica da sola i premi richiesti da alcune compagnie assicurative". Esiste a questo proposito una varianza enorme a seconda delle categorie esposte, quindi dal medico di base fino a ginecologi, ortopedici e chirurghi plastici: si va dai 300 ai 25mila euro. Cifre "irraggiungibili per i giovani medici che iniziano la professione", commenta Roberto Lala, presidente dell'Omceo Roma.
"L'allarmante incremento del numero dei contenziosi- spiega in un messaggio il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin- impone una risposta seria sia ai cittadini che subiscono danni da malpractice, sia ai professionisti che devono poter esercitare serenamente la propria attivita'". La conseguenza principale e' un "crescente ricorso alla medicina difensiva", ma si assiste anche "all'esodo delle specializzazioni maggiormente esposte a rischio". Il dl 158 "ha gettato un sasso nello stagno", ma "probabilmente adesso i tempi sono maturi per un intervento organico e veramente risolutivo". E, come ricorda il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, "anche il ministero con un lavoro interno offrira' un contributo di metodo e accelerazione al lavoro del Parlamento in questa direzione".
I dati del sondaggio non stupiscono Dario Focarelli, direttore generale di Ania: "Dal 1994 a oggi le denunce contro i medici sono triplicate. Per questo serve un intervento più organico, non necessariamente con un'altra legge ma anche per via interpretativa, soprattutto per quanto riguarda la responsabilita' tra medici e strutture, senza dimenticare che più della meta' delle denunce non arriva neanche al processo". Altro problema: le tabelle per gli indici di risarcimento. "Medici e pazienti hanno il diritto di sapere- continua Focarelli- Questo strumento va attuato, serve solo una decisione politica e, come assicuratori, la chiediamo".
(Wel/ Dire)