Una ricerca: a rischio 5% minori per antidepressivi in gravidanza
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 21 gen. - "Circa il 15% delle donne negli Stati Uniti soffre di disturbi d'ansia e di depressione durante il periodo della gravidanza, e molti sono gli antidepressivi prescritti. Anche nel nostro Paese la situazione non è differente: i disturbi depressivi rappresentano infatti uno dei maggiori problemi che una mamma potrebbe affrontare durante il delicato periodo della gravidanza". Lo rende noto in un comunicato l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che aggiunge: "La gestione della gravidanza di donne con disturbi dell'umore è complessa e necessita di un approccio multidisciplinare (psichiatra, ginecologo, teratologo, genetista, neonatologo, pediatra)".
Su questo argomento l'Aifa è sensibile da tempo, tanto che nel corso del 2014 l'Agenzia ha promosso il progetto 'Farmaci in gravidanza': una campagna di comunicazione che "nasce proprio per informare la popolazione e gli operatori sanitari sull'importanza che un uso corretto e appropriato del farmaco riveste, in gravidanza, per tutelare la salute del bambino e della mamma consentendo il mantenimento, o il recupero, dello stato di salute". Il Comitato scientifico della campagna ha lavorato alla revisione bibliografica di 270 principi attivi e alla realizzazione di 140 schede per patologie per gli operatori sanitari e per le mamme. Le schede forniscono informazioni sulle possibilità di cura presenti per le patologie che più frequentemente si verificano in gravidanza, per le malattie croniche o presenti al momento del concepimento. I temi relativi ai disturbi depressivi sono trattati sul sito www.farmaciegravidanza.gov.it.
I DISTURBI DEPRESSIVI INSORGONO TRA I 20-40 ANNI- "I disturbi depressivi (disturbo depressivo maggiore e distimia) rientrano tra i disturbi dell'umore- fa sapere l'Aifa- insorgono di solito in età fertile, tra i 20 ed i 40 anni di età. Sono caratterizzati dalla presenza di uno o più episodi di depressione in assenza di episodi maniacali. È stato stimato- precisa l'Agenzia- che la prevalenza dei disturbi depressivi sia pari a circa 8-10% in corso di gravidanza e che circa il 13% delle donne soffrano di tali disturbi durante l'anno successivo il parto. La depressione post-parto è più frequente in adolescenti, madri di neonati prematuri, donne che risiedono in aree urbane e con basso livello socio-economico".
Secondo l'Agenzia italiana del farmaco i disturbi dell'umore sono "patologie caratterizzate da alterazioni biochimiche cerebrali e le modificazioni ormonali che si verificano in gravidanza possono predisporre allo sviluppo di tali sintomi.
Studi recenti- sottolinea l'Aifa- hanno evidenziato che non vi è un miglioramento in corso di gravidanza della sintomatologia, e la sospensione della terapia si associa a ricaduta clinica con frequenza paragonabile a quella delle donne non in gravidanza".
DEPRESSIONE NON TRATTATI PUÒ DETERMINARE IDEAZIONE SUICIDARIA - "La terapia dei disturbi dell'umore in gravidanza è fondamentale in quanto, se non trattati, si associano a complicanze materne e fetali. La depressione non trattata- denuncia L'Agenzia italiana del farmaco- può determinare scarsa nutrizione (in parte dovuta alla riduzione dell'appetito), abuso di alcool, ideazione suicidaria e si associa a una maggiore incidenza di parto prematuro, basso peso alla nascita e disturbi neuro-comportamentali". Inoltre le pazienti depresse "spesso non manifestano un'adeguata attenzione e cura di se stesse, della gravidanza e del neonato".
TRATTAMENTO FARMACOLOGICO E PSICOLOGICO - Il trattamento dei disturbi dell'umore "si basa sulla terapia farmacologica e la psicoterapia. La terapia farmacologica deve essere costantemente monitorata, in quanto la gravidanza determina significative variazioni nella farmacocinetica dei farmaci (assorbimento, distribuzione ed eliminazione) e di conseguenza variazioni della loro concentrazione plasmatica, talora clinicamente rilevanti".
UNA RICERCA AMERICANA - Un recentissimo studio presentato da Anne Andrews, ricercatrice dell'Istituto di Neuroscienze Semel e da Human Behavior dell'Università della California, si è concentrato sulle poche informazioni scientifiche disponibili su come l'esposizione precoce ai farmaci antidepressivi da parte delle donne incinta possa portare non pochi problemi e disturbi ai bambini man mano che crescono e diventano adulti. "Lo studio prende spunto da due dati- rimarca l'Aifa- il primo riportato all'inizio del testo è che il 15% delle donne negli Stati Uniti soffre di disturbi d'ansia e di depressione durante il periodo della gravidanza, e molti sono gli antidepressivi prescritti. Il secondo è che il 5% di tutti i bambini nati negli Stati Uniti (più di 200.000 all'anno) sono esposti a rischi per la loro salute a seguito della assunzione da parte delle madri di alcuni antidepressivi durante la gravidanza".
Lo studio statunitense, citato dall'Aifa, ha evidenziato "l'impatto di due Ssri (Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina), fluoxetina e escitalopram somministrati nei topi". La ricerca, continua l'Aifa, "ha aperto la strada a importanti suggestioni. Entrambi i medicinali sono caratterizzati da un meccanismo di azione comune, rappresentato dall'inibizione, a livello dei recettori nervosi presinaptici, del riassorbimento della serotonina. In pratica, nell'arco di qualche settimana, aumenta la disponibilità della serotonina, uno dei principali neurotrasmettitori del sistema nervoso umano, negli spazi deputati alla trasmissione nervosa (sinapsi)". In questa sperimentazione sì è potuto notare che anche se il meccanismo d'azione dei due farmaci è identico, diverso è stato il funzionamento, a livello dei recettori nervosi presinaptici, del riassorbimento della serotonina".
I ricercatori ritengono che "l'esposizione precoce alla fluoxetina possa alterare il modo in cui la serotonina attiva le regioni cerebrali dei neuroni coinvolti nella gestione dell'umore e dell'ansia. Gli importanti risultati emersi da questa ricerca- chiosa l'Aifa- hanno evidenziato la necessità sempre più evidente di identificare specifici farmaci antidepressivi studiati appositamente per le donne in gravidanza".
Anne Andrews, autore principale dello studio, conclude: "È importante riconoscere che i principali disturbi depressivi e disturbi d'ansia sono condizioni mediche gravi che spesso richiedono un intervento terapeutico. Prescrivere il farmaco più sicuro per la madre e il bambino è fondamentale".
(Wel/ Dire)