Rapporto al ministero, ecco 5 raccomandazioni da seguire
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 21 gen. - La qualita' dell'assistenza sanitaria in Italia, secondo l'Ocse, ha più' ombre che luci. Nonostante il nostro Paese sia tra i migliori nel sistema delle cure primarie, con un personale che offre alta qualita' e con alti livelli di soddisfazione dei pazienti, da quando la crisi economica ha iniziato a colpire, la riorganizzazione del sistema ha assunto un ruolo secondario. Il risanamento delle finanze e' diventato la priorita' e il progresso verso un modello di sistema sanitario in cui la prevenzione e la gestione delle patologie croniche e' "piuttosto lento". E' il quadro che emerge dal rapporto 'Revisione sulla qualita' dell'assistenza sanitaria in Italia', realizzata dall'Ocse - Divisione Salute, in collaborazione con il ministero della Salute e Agenas. Il documento e' stato presentato al ministero.
Secondo l'Ocse l'Italia si trova ad affrontare due sfide: garantire che gli sforzi in atto per contenere la spesa non vadano a intaccare la qualita' e sostenere le Regioni, che hanno un'infrastruttura più' debole, affinche' possano erogare servizi pari alle altre Regioni. Per l'Ocse, infatti, "le iniziative nazionali volte al miglioramento della qualita' dell'assistenza non vengono applicate in maniera omogenea a livello regionale". Dal documento si evince come le differenze regionali sono significative.
Un esempio viene dalla percentuale di pazienti sottoposti ad angioplastica coronarica entro 48 ore dall'infarto, che varia da circa il 15% nelle Marche, Molise e Basilicata, a circa il 50% in Valle D'Aosta e Liguria. Anche il numero di ricoveri ospedalieri per broncopneumopatia cronica ostruttiva varia da regione a regione: e' più' basso in Piemonte (1,51) e più' alto in Puglia (3,84). Stessa situazione per l'asma infantile. Inoltre, secondo i ricercatori Ocse, "i sistemi di pagamento non sempre premiano i miglioramenti nell'assistenza clinica' e preoccupa l'osservazione che la spesa sanitaria nelle Asl appare ancora predominantemente diretta a tipi tradizionali di cure primarie".
L'Ocse, quindi, raccomanda all'Italia 5 azioni: rafforzare la governance della qualita' nell'assistenza sanitaria, migliorare la qualita' dei servizi di cure primarie e assistenza territoriale, migliorare la formazione medica per rafforzare la qualita' del personale, rafforzare la misura della qualita' nel sistema regionalizzato italiano e, infine, rafforzare l'approccio regionale alla governance e all'erogazione dell'assistenza sanitaria. Per i ricercatori, pero, e' positivo che alcuni indirizzi previsti nel Patto per la Salute 2014-2016 rispondono alle raccomandazioni Ocse.
(Wel/ Dire)