(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 25 feb. - Tre bare, una per ogni clinica, un finto prete e due chierichetti. Ma ancora: una sedia a rotelle, una barella e manifesti listati a lutto. Il tutto, mentre di sottofondo le campane suonano a morto. Non e' un set cinematografico quello che si è svolto lo scorso 23 febbraio a Roma, davanti a Montecitorio, dove si sono svolti i 'funerali' della sanita'.
Dopo i 160 licenziamenti collettivi avviati dalla proprieta' delle tre strutture "a causa dei tagli al budget decisi dalla Regione Lazio", i lavoratori del gruppo Garofalo - le case di cura Aurelia Hospital, Citta' di Roma ed European Hospital - sono tornati a manifestare. Per la quinta volta nel giro di due mesi.
"La nostra situazione e' ormai insostenibile- dicono i lavoratori- e siamo qui oggi per chiedere l'intervento del presidente del consiglio Matteo Renzi". La questione, sottolineano, riguarda in particolare i rimborsi per crediti pregressi, "pari a circa 30 milioni di euro, non ancora erogati dalla Regione Lazio. Finora ne' Zingaretti ne' il ministero della Salute ci hanno dato ascolto- spiegano- neanche semplicemente per comprendere le nostre ragioni. Tutti sanno della nostra grave e delicata situazione. Solo l'intervento del premier, a questo punto, puo' essere risolutivo". Infine, l'appello a Renzi: "Adesso tocca a te- concludono- tutelare le nostre posizioni e quelle dei pazienti che assistiamo".
(Wel/ Dire)