(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 25 feb. - "Non possiamo che sostenere la posizione del presidente dell'Ordine provinciale dei medici-chirurghi e degli odontoiatri di Roma, Roberto Lala, riguardo l'obbligo per le migliaia di medici necroscopi italiani di trasmettere per via telematica all'Inps il certificato necroscopico redatto al capezzale del defunto". Cosi' Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), che prosegue: "Anche se questo tipo di attivita' non coinvolge i medici di medicina generale convenzionati, e' importante sottolineare che un eccesso di attivita' burocratiche costringe il medico a ridurre sempre piu' il tempo dedicato alle attivita' professionali".
La Fimmg, inoltre, non comprende "il perche' di una norma di questo tipo- spiega- visto che attualmente l'invio all'Inps della certificazione definitiva di morte e' una competenza gia' attribuita agli uffici anagrafici che recepiscono quotidianamente le certificazioni necroscopiche". Conclude Milillo: "Ci domandiamo perche', essendoci interi uffici dedicati all'incombenza, si debba scaricare l'onere su singoli professionisti medici. Uno 'sport', questo, diventato ormai troppo diffuso".
(Wel/ Dire)