(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 23 dic. - "Il dibattito sull'indennità di accompagnamento ha rivelato tutte le diverse sensibilità presenti in aula: drammatico per certi aspetti e squallido per altri. L'indennità di accompagnamento non può essere considerata una forma di reddito, ma solo un servizio prestato a persone che si trovano in gravi condizioni in cui la loro stessa autonomia appare compromessa. È stato impressionante il consenso dell'Aula alla accoglienza di questo emendamento, a fronte di una chiusura totale del governo e dello stesso Pd". Lo dice l'onorevole Paola Binetti di Area popolare.
"Voglio ricordare il caso dei fratelli Biviano- sottolinea- quattro ragazzi disabili al 100%, tutti affetti da una grave forma di distrofia muscolare progressiva, nessuno di loro in grado di poter svolgere alcuna attività di tipo lavorativo. Non sono in grado di provvedere a nessuna funzione di base: credere che per loro l'indennità di accompagnamento sia una fonte di reddito è un grave insulto alla loro dignità- prosegue Binetti- e un ulteriore vulnus alla loro fatica di vivere. La discussione su questo emendamento in una legge di stabilità che ha distribuito risorse su fronti davvero di secondaria importanza rispetto a questo tema- non a caso il Tar ha dato ragione alle famiglie che avevano impugnato questa scelta nel governo precedente- è un fatto di giustizia che richiede una lucidità politica capace di confrontarsi con il decreto salva banche, contenuto in questa stessa legge di stabilità. Si sono trovati fondi per loro- conclude la parlamentare di Ap- ma non per restituire ai disabili gravi la dignità di disporre della indennità di accompagnamento come un servizio essenziale ed irrinunciabile".
(Wel/Dire)