(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 2 dic. - L'inquinamento atmosferico è il principale fattore di rischio ambientale per la salute in Europa: riduce la durata di vita delle persone e contribuisce alla diffusione di gravi patologie quali malattie cardiache, problemi respiratori e cancro. Secondo una nuova relazione pubblicata nei giorni scorsi dall'Agenzia europea dell'ambiente (Aea), l'inquinamento atmosferico "continua ad essere responsabile di oltre 430.000 morti premature in Europa", dati 2012. In Italia si parla di 84.400 morti causate in un anno, sempre con dati riferiti al 2012, dall'inquinamento atmosferico.
Gli inquinanti più problematici per la salute umana sono il particolato (Pm), l'ozono troposferico (O3) e il biossido di azoto (NO2). Le stime dell'impatto sulla salute associato all'esposizione di lungo termine al Pm2,5 (polveri ultrasottili, Pm10 sono le polveri sottili, ndr) mostrano che questo inquinante "è responsabile di 432.000 morti premature in Europa nel 2012, un livello analogo alle stime degli anni precedenti", spiega l'Aea, "gli impatti stimati dell'esposizione a NO2 e O3 erano rispettivamente di circa 75.000 e 17.000 decessi prematuri".
La relazione fornisce stime relative alle morti premature anche a livello nazionale. Per l'Italia, si parla di 59.500 morti premature attribuibili all'esposizione a particolato sottile (Pm2,5); 3.300 all'ozono (O3); 21.600 al biossido di azoto (NO2). Il totale delle morti anticipate causate dai tre inquinanti in Italia è quindi di 84.400.
La relazione dell'Aea 'Qualità dell'aria in Europa ù relazione 2015' studia l'esposizione della popolazione europea agli inquinanti atmosferici e fornisce un'istantanea sulla qualità dell'aria basata su dati provenienti da stazioni di monitoraggio ufficiali di tutta Europa. Secondo lo studio, "la maggior parte degli abitanti delle città continua ad essere esposta a livelli di inquinanti atmosferici che l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) non ritiene sicuri".
(Wel/Dire)