(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 24 set. - La 'terapia del dolore e cure palliative' è un argomento "che ho voluto personalmente inserire nell'agenda dei nostri lavori e che voglio trattare subito, in avvio, perché lo ritengo assolutamente fondamentale in una società come quella europea che invecchia e che vede crescere il numero di ammalati cronici". Lo ha detto nel suo intervento il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, Presidente di turno del Consiglio Salute dell'Unione europea, in occasione del 'Consiglio informale dei ministri della Salute dell'Ue', a Milano.
Ricordando che il numero degli ultrasessantacinquenni "passerà da 87 milioni di cittadini nel 2010 a 148 nel 2060", per Lorenzin "è quindi essenziale lavorare per consentire a questa fascia di popolazione di vivere in salute e in modo attivo per molti anni, e considerare in questo percorso anche la messa a disposizione di strumenti, di procedure e di un'organizzazione che garantiscano un adeguato contrasto al dolore cronico, e - nei casi più gravi, non altrimenti affrontabili - cure palliative, che includano il trattamento degli aspetti psicosociali e spirituali, oltre che fisici.
D'altro canto non si possono dimenticare le esigenze specifiche della fascia d'età pediatrica, sia in materia di terapia del dolore che di cure palliative". L'Italia si è dotata nel 2010 "di una Legge che mira a garantire il raggiungimento di questi risultati, e si è data un sistema che coinvolge non solo le autorità sanitarie nazionali ma anche quelle regionali e locali nella gestione di questa problematica, attraverso la creazione di reti ad hoc. Tali reti mirano, oltre che ad erogare questo tipo di cure, a comunicarne la disponibilità ai cittadini, a garantire l'accesso ad esse, a monitorare i risultati raggiunti ed a formare adeguatamente gli operatori sanitari".
In quest'ambito "si pone anche il problema della valorizzazione delle attività delle organizzazioni no profit, del ricorso ad approcci alternativi alla terapia del dolore, ad esempio attraverso terapie non farmacologiche nel dolore pediatrico, e della sperimentazione di approcci antalgici innovativi in coloro che non rispondono alle cure tradizionali. Tutto questo deve avvenire, a nostro parere, senza dimenticare il principio fondamentale dell'umanizzazione delle cure, inteso come l'attenzione a tutti gli aspetti della persona, non solo fisici ma anche psicologici e relazionali. Tale approccio implica che i professionisti sanitari si rendano partecipi dei bisogni, delle opportunità e delle risorse delle persone assistite e delle loro famiglie".
Nel riassumere il dibattito odierno nel report del Meeting, "ci piacerebbe poter segnalare che oggi qui è stato avviato, sul piano politico, un percorso che porterà ad alcune azioni condivise, attraverso l'adozione di strategie e modelli assistenziali simili, partendo dalle best practices esistenti e che, pur nell'autonomia organizzativa dei diversi Stati Membri, è finalizzato a garantire l'accesso a tali cure per tutti.
Vorremmo conoscere se ritenete pienamente adeguati i percorsi assistenziali esistenti per gestire la problematica del dolore cronico e delle cure palliative, anche sul versante farmacologico. Sul versante delle proposte, vorremmo sapere su quali aspetti pensate che si possa sviluppare un approccio condiviso, come si possa garantire l'accesso a queste cure e quali modalità di comunicazione pensate sia opportuno adottare sia per sensibilizzare sull'argomento pazienti ed operatori.
Sarà utile sapere quale contributo ritenete possa fornire la Commissione europea a questo processo, ed in particolare se ritenete opportuno che la terapia del dolore e le cure palliative costituiscano una priorità di Horizon 2020 e del 3° Programma sulla salute pubblica e se concordate con l'istituzione di una Giornata europea per le cure palliative.
Cari colleghi, riassumo il dibattito ricordandone in breve i punti salienti".
Il ministro crede fermamente "che si debba dare adeguata considerazione nelle strategie nazionali e regionali di sanità pubblica all'inclusione di politiche efficaci per le cure palliative e la terapia del dolore, tenendo conto della specificità pediatrica. Ciò può attuarsi attraverso la creazione di reti nazionali per la terapia del dolore, cure palliative, e la terapia del dolore e le cure palliative pediatriche, al fine di garantire il diritto del paziente di evitare sofferenze e dolore non necessari".
Per il ministro "è di fondamentale importanza che si garantisce l'accesso alla terapia del dolore e a tutti i farmaci attualmente disponibili ed essenziali necessari per le Cure Palliative e per la Terapia del dolore con particolare attenzione ai farmaci oppioidi, per ridurre le disuguaglianze sanitarie esistenti tra regioni e tra Stati membri dell'UE nell'ambito della equità del diritto alla salute".
(Wel/ Dire)