SANITA. Vampiri, e se le creature della notte fossero malate di porfiria?
Parla gloria Pravatà, Centro nazionale sangue dell'Istituto superiore di Sanità
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 8 ott. - Questioni di generazioni, ma ognuna ha il suo vampiro di riferimento: che abbia la faccia di Cristopher Lee, il Dracula dei primi film in bianco e nero, le inquietanti fattezze del Nosferatu interpretato senza troppo trucco da Klaus Kinski, le vesti più fascinose del top gun Tom Cruise o le più attuali degli adolescenti scelti per impersonare la saga della Meyer, o ancora i più abbordabili e quasi comprensibili della serie proposta da Fox, True Blood. Il vampiro, inutile negarlo, durante la sua ultracentenaria esistenza narrativa, vuoi letteraria, che cinematografica, ha raccolto più fan di una rock star, tanto lo dimostra la ripresa del personaggio, vuoi icona di un'inquietudine legata alla fascinazione di ciò che è scientificamente inspiegabile, vuoi emblema del 'diverso' che attualmente è una figura sociologicamente polisemica che racchiude le categorie dell' 'altro' in termini identitari.
CHI È IL VAMPIRO - Il vampiro sembra trovi le sue origini nell'area sciamanica, secondo quanto sostenuto recentemente da specialisti ungheresi, ai quali si è aggiunta anche una studiosa italiana - Carla Corradi Musa, docente di filologia presso l'università di Bologna - che ritiene che la credenza su tale essere nasca in un ambiente più vasto di quello attribuitogli dalla narrazione letteraria, la Transilvania, ma spazi dal mondo celtico alla Siberia, e dagli indiani dell'America del Nord alla Germania precristiana, alla Scandinavia e all'Europa Orientale. Tuttavia la nostra iconografia intende i vampiri come non-morti ritornati dalla tomba, invincibili, se non per mezzo di croci, aglio e paletti piantati nel cuore. Dormono in bare foderate di lusso e seducono giovani pulzelle con un finto accento creolo-europeo, che invece restano un'invenzione letteraria dello scrittore Bran Stoker, il "papà di Dracula", così come siamo abituati a vederlo nelle sale cinematografiche o a fissarlo nell'immaginario collettivo.
LA PROFIRIA - La principale ispirazione dello scrittore irlandese (tra l'altro in giovane età ricercatore medico), potrebbe essere una rarissima malattia del sangue trasmessa generalmente per cause ereditarie: la porfiria. È possibile infatti riscontrare delle sbalorditive connessione tra le caratteristiche di questa malattia e le particolarità del vampiro. Per onor di cronaca è corretto dire che tale malattia è oggi quasi scomparsa e totalmente curabile. L'ultimo censimento a riguardo contava 100.000 persone affette in tutto il mondo(www.ampo.it). È una sindrome clinica (o meglio gruppo di sindromi cliniche) determinata da un alterato metabolismo delle porfirine. È dovuta a mutazioni nei geni che regolano la biosintesi dell'eme, gruppo prostetico dell' emoglobina.?La porfiria è suddivisa in diversi gruppi, associati a disturbi di diversa intensità e caratteristiche sintomatologiche, nonché varianti di evoluzione del virus stesso nell'organismo ospite.? LE CONNESSIONI TRA PORFIRIA E VAMPIRISMO - Nella forma di porfiria eritropoietica congenita o Morbo di Gunther (CEP),i principali sintomi sono una fortissima anemia (da qui il classico pallore dei vampiri) e fotosensibilità alla luce del Sole. Questa è forse la peculiarità più conosciuta delle debolezze del vampiro. Infatti, proprio per come accadrebbe a un 'nosferatu', il malato di Porfiria deve evitare di esporre la pelle direttamente al sole, altrimenti la zona interessata dall'esposizione diretta ai raggi UV si ustionerebbe favorendo seguitamente lo sviluppo di bolle e cisti.?Altra insolita e bizzarra caratteristica di questa malattia è l'eritrodonzia, disturbo che colora letteralmente i denti di un colore fosforescente, facendo così suggerire un allungamento spropositato dei medesimi, addirittura visibili in ambienti poco illuminati.?Tale fluorescenza è dovuta alle porfirine che si depositano nel fosfato di calcio dei denti. Ma per trovare altre coincidenze letterarie fondate su particolari scientifici, occorre dire che il malato di porfiria non può assolutamente mangiare, e nei casi più estremi nemmeno toccare il comune aglio. Questo perché l'aglio, contrariamente a quanto succede nelle persone sane,nei malati di Porfiria esalta le tossine presenti nel sangue e fa peggiorare notevolmente la malattia. In altri casi meno frequenti, la Porfiria può causare anche retrattilità della gengive ,che associata all'eritrodonzia farebbe sembrare i denti un qualcosa di inumano, rachitismo degli arti, in particolare delle mani (aggravato tra l'altro dalla mancanza di contatto alla luce del sole) facendo così prendere alla mano umana una forma bestiale.?La mancata assimilazione di raggi UV inoltre, potrebbe negli anni deformare leggermente un viso umano, che già soggiogato da un pallore estremo e dai sintomi sopra riportati, prenderebbe le sembianze di un vero e proprio grugno demoniaco. Ma su questo le fan di Ton Cruise e Brad Pitt avrebbero qualcosa da ridire. Un'altra forma di porfiria, come la 'porfiria cutanea tarda', seppur manifestando la stessa comune fotosensibilità con conseguente lesione cutanee al contatto diretto con il sole, incrementa la crescita di peluria all'altezza del viso, in particolare degli zigomi. È ragionevole quindi presumere che sia da questa particolarità che il vampiro abbia in molte delle sue varianti una folta peluria selvatica simile a quella di un lupo, di un pipistrello o di una fiera.
DA DOVE NASCE LA BARA - Il sistema nervoso, dopo quello circolatorio, è il secondo bersaglio di questa malattia.?Un malato di Porfiria infatti, può occasionalmente avere forti disturbi neurologici seguiti da una forte paralisi che lascia il soggetto in uno stato di catalessi anche per giorni, in alcuni casi simile alla morte.?Non sono rari nel passato i casi in cui un malato di porfiria si svegliasse durante l'estremo saluto mentre era comodamente messo dentro ad una bara. Ecco quindi un'altra spiegazione delle caratteristiche abitudinarie del vampiro: la catalessi in una bara seguita da un risveglio.
AI MALATI DI PORFIRIA SI DAVA IL SANGUE - I famigliari dei malati di porfiria, credendo di fare il bene del proprio caro, lo invitavano insistentemente a bere sangue bovino o suino per ovviare il pallore e la malattia in generale.?Questo però, contrariamente a ciò che si sperava di ottenere, non solo metteva in pericolo il malato esponendolo ad altre malattie, ma scatenò anche l'azione della Chiesa che inquisì tutti i malati di porfiria perché associati alle forze nefaste della Bibbia.?Questo appunto perché nella mentalità medievale, vedere una persona mortalmente pallida evitare il sole (e quindi Dio), muoversi di notte con denti lucenti e un viso massacrato dalla malattia, magari cercando di andare a racimolare dal sangue da bere, era la perfetta incarnazione del Demonio.?La severità dell'Inquisizione Cattolica portò Bram Stoker infatti a connettere l'odio del vampiro verso la Croce e Dio.
LA FORZA FISICA DEL VAMPIRO - L'associazione tra vampiri e animali selvatici, inoltre, potrebbe dare spiegazione anche a un'altra delle caratteristiche del vampiro, ovvero la sua estrema forza fisica e il modus operandi nel creare i propri simili.?In passato l'uomo veniva molto più spesso a contatto con animali come lupi, volpi, orsi e pipistrelli di quanto non avvenga oggi.?Poteva facilmente succedere che questi animali, mediante un morso o il semplice contatto con la saliva, trasmettessero la volgarmente chiamata Rabbia, che può essere contratta anche dall'uomo.?L'associazione tra la Rabbia ed il vampiro è perfetta quasi quanto la Porfiria.?Il vampiro, di fatto molto affine alla figura del lupo e del pipistrello, crea appunto altri vampiri mordendo le sue vittime e succhiandone il sangue (poppisma). Vi è un'altra cosa da precisare sulla rabbia e la sua connessione al vampiro.?La Rabbia, negli animali, si manifesta sotto due varianti diverse: la Rabbia furiosa e la Rabbia muta.?Sebbene entrambe portino alla morte del soggetto entro una settimana dalla manifestazione dei primi sintomi, la Rabbia Furiosa si manifesta nel 70% circa dei soggetti.?Se la Rabbia muta è manifestata con paralisi mascellare in primis, e muscolare nel giro di 1-2 giorni, la Rabbia furiosa si manifesta con sintomi letteralmente opposti, soprattutto negli animali.?Il soggetto che ha sviluppato questa variante del virus è iperattivo, quindi non dorme favorendo così un innaturale 'vagabondaggio' ,è inoltre estremamente aggressivo e non solo attacca qualsiasi essere vivente venga a contatto, ma scaglia la propria pazzia anche contro oggetti inanimati.?Da dire inoltre che tale soggetto è propenso ad una forte sovreccitabilità, e infatti da qui vi è la prorompente forza sessuale del vampiro letterario.?In alcuni soggetti è stata anche diagnosticata paura e intolleranza alla luce del sole e anche l'eisoptrofobia, che è il forte disagio nel vedere la propria immagine riflessa.
Queste note, non vogliono assolutamente ridurre il fenomeno letterario e artistico a mera iperbole o speculazione di osservazioni comportamentali, né tantomeno ridicolizzare una malattia che invece merita tutto il rispetto della comunità scientifica per porvi un rimedio terapeutico. Come Centro Nazionale Sangue, cerchiamo di avvicinare tutti al tema, sia spiegando come funziona il nostro corpo attraverso il sangue, sia di quanto ce ne sia bisogno per curarlo. Però, possiamo dichiarare che se qualcuno ci accusa di essere 'vampiri' , perché insieme alle associazioni e federazioni di volontari, chiediamo di donare sangue, è giusto spiegarne un'origine 'tecnica', anche se preferiamo che la suggestione abbia i suoi effetti positivi e chi sia affascinato dai vampiri non si spaventi a diventare donatore di sangue per cause sociali.
(Wel/ Dire)
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