(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 26 mar. - Mancano in Italia dati epidemiologici sui minori coinvolti nel mutismo selettivo "perché in genere questo disturbo viene inserito in un quadro diagnostico più complesso, come l'autismo o la sindrome di down. Eppure all'estero si parla di un bambino su 1.000". A dirlo è Loredana Pilati, presidente dell'Associazione italiana mutismo selettivo (Aimuse), che il 6 aprile promuove una tavola rotonda a Roma su 'Il mutismo selettivo: le esperienze delle famiglie, degli specialisti e degli operatori del mondo della scuola', presso l'NH Hotel 'Leonardo da Vinci' in via dei Gracchi 324 dalle 9.45 alle 13.
"Non siamo un'associazione solo di genitori, ci sono anche psicologi, psicoterapeuti e insegnanti, non precludiamo a nessuno l'acceso. Certo- precisa- la parte direttiva è formata dalle famiglie che spingono ed esigono un intervento delle istituzioni e una piena considerazione del problema. Si tratta di un fenomeno in crescita e adirlo sono gli stessi specialisti del Sistema sanitario nazionale".
Il mutismo selettivo può "essere confuso con la timidezza. Ci occupiamo di bambini che non hanno disfunzioni- afferma Pilati- vivono una vita normale all'interno delle pareti domestiche e i genitori sono generalmente portati a sottovalutare un comportamento abbastanza diffuso nei loro piccoli quando incontrano persone nuove e mostrano una resistenza iniziale. Ma nel caso del mutismo selettivo- prosegue il presidente di Aimuse- questo atteggiamento iniziale perdura, perché non è timidezza ma chiusura nei confronti della relazione con persone che non fanno parte del contesto familiare. Sono bambini sensibili e paralizzati dalla difficoltà di relazione con l'altro".
La difficoltà "emerge soprattutto quando il bambino entra nel contesto scolastico e si manifesta con il blocco della parola, generato da un forte stato ansioso. I pediatri non sono abbastanza formati e informati per riconoscere questo disturbo e immettere subito il problema nel percorso giusto- sottolinea- eppure il fattore tempo gioca un ruolo fondamentale. Dal mutismo selettivo si guarisce, ma un'azione rapida consente un'infanzia migliore". Aimuse nasce 5 anni fa e il suo merito è stato quello di diventare un riferimento sul tema in Italia.
Secondo diversi "studi stranieri, per lo più maturati nel mondo anglosassone e americano, le cause di questo disturbo, catalogato con la F94 nel manuale DSM, sono da rintracciarsi in uno stato ansioso e in un fattore genetico. Sembra che i genitori di bambini con mutismo selettivo- fa sapere Pilati- siano timidi e presentino difficoltà di relazione. Trasmettono quindi tale atteggiamento ai loro figli. Un'altra causa potrebbe essere il bilinguismo".
Il disturbo è "quindi generato dall'ansia- ripete- e bisogna predisporre un ambiente che faccia sentire il bambino con mutismo selettivo a casa, creando quelle situazioni che non lo mettano in imbarazzo e non lo facciano sentire diverso perché non parla. Spesso le prestazioni scolastiche e le competizione che si possono generare in classe alimentano lo stato ansioso del bambino. Dunque bisogna partire dalla scuola- afferma il presidente di Aimuse- ed è importante informare e formare gli insegnanti che vivono a lungo con il piccolo". Aimuse continua a fare corsi di formazione nelle scuole per diffondere una cultura sul mutismo selettivo e dare consigli che permettano di agevolare la vita scolastica del bambino affetto: "Suggeriamo delle buone pratiche. Nel 2010 abbiamo tradotto un libro di Elisa Shipon-Blum dando vita a tre opuscoli per le scuole- conclude Pilati- si tratta di una giornata tipo di una bambina con mutismo selettivo, per fornire consigli utili a genitori e insegnanti su aspetti pratici e tecnici che consentano di mettere il piccolo a suo agio".
(Wel/ Dire)