(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 21 mag. - "Cominciano le giornate dedicate al malato oncologico, alla sua presa in carico e alla tutela dei suoi diritti, con uno sguardo a 360 gradi che includa sia la famiglia che il contesto professionale". Lo afferma Paola Binetti (Udc), relatrice nel 2010 della proposta di legge sulle cure palliative. "Alla Camera, insieme alla associazione Antea, l'attenzione si è concentrata sui figli adolescenti e pre-adolescenti esposti precocemente alla perdita di uno dei genitori o di uno dei fratelli. Il dolore dei più giovani è spesso sottovalutato, si immagina che il loro futuro sia molto probabilmente benevolo, che dimentichino presto il loro dolore infantile e che si aprano a nuove esperienze. Ma non sempre è così- osserva- spesso quel dolore mette radici profonde portando insicurezza e timore di successivi abbandoni".
Poi, prosegue: "Il contesto esterno appare spesso distratto e indifferente, mentre l'ambiente familiare è così appesantito dal dolore comune da non facilitare quella relazione di auto-aiuto di cui tutti in modo diverso hanno bisogno. Per questo merita visibilità e divulgazione l'iniziativa di stamattina, ideata da Camilla P., giovane che perse il papà all'età di 11 anni, che si è fatta promotrice di un laboratorio di comunicazione creativa, proposta di un nuovo e più articolato modello di integrazione delle cure fornite alla famiglia in cui ci sia un malato oncologico".
Infine, Binetti conclude: "I progressi della ricerca farmacologica, la disponibilità di strumenti normativi all'avanguardia anche in Europa, non possono farci dimenticare che il principale bisogno di questi malati resta quello di mantenere fino alla fine una intensa rete di rapporti umani, da quelli familiari a quelli con i professionisti che se ne prendono cura con attenzione a tutti i loro bisogni, compresi quelli di natura psicologica".
(Wel/ Dire)