SANITA. Aborto. A S.Orsola bologna obiettori di coscienza in aumento
Sono il 48%; all'ausl il 38,5%, "ma non impediscono l'ivg"
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 21 mag. - All'Ausl di Bologna, il 38,5% dei ginecologi è obiettore di coscienza, "ma non ostacola gli aborti, né quelli chirurgici, né quello farmacologici"; al Sant'Orsola, invece, obietta il 48% degli anestesisti e dei ginecologi. E in questo secondo caso, "stiamo assistendo un aumento significativo aumento tra i professionisti", dato che "due sui 49 che lavorano in questo campo hanno inoltrato ufficialmente i documenti per l'obiezione nei giorni scorsi e altri, pur non avendolo fatto, già operano in questo senso". E' quanto è emerso ieri in una udienza conoscitiva in Comune, grazie alle informazioni portate da Giorgio Scagliarini dell'Unità operativa ostetricia e ginecologia dell'Ausl e da Mario Cavalli, direttore sanitario del Sant'Orsola.
Dai dati disponibili, all'Ausl risulta poi che gli aborti, negli ultimi anni, sono in calo, con un -3,1% del 2013 sul 2012 (da 1.385 a 1.342) e "il servizio è garantito in tempi contenuti, cioè entro 30 giorni, in periodi non festivi anche in 14", precisa Scagliarini, ricordando che solo l'Ausl con un accordo del 2010, garantisce anche l'interruzione volontaria di gravidanza coi farmaci. Al Sant'Orsola, i numeri di Cavalli, confermano che anche qui gli aborti sono di meno (da 841 nel 2012 a 796 nel 2013). Il Policlinico ha a disposizione pure alcuni dati statistici sulle donne che abortiscono nella struttura. Il 55% è italiana, il 30% coniugata, il 64% nubile, il 5% separata, l'0.1% vedova. Del totale, il 70% arriva da Bologna, il 6,5% dalla regione, il 14% da fuori Emilia-Romagna e il 9,5% è residente all'estero. E ancora, la maggior parte di chi decide per l'interruzione volontaria di gravidanza ha un lavoro, il 57% contro il 20% di disoccupate, l'8,5% di casalinghe, il 13% di studentesse. Un altro dato riguarda chi ha già fatto questa scelta: il 33% ha già abortito almeno una volta. Infine il titolo di studio: il 4% non ne ha, il 38% ha la licenza media, il 37% quella superiore e il 21% la laurea.
La questione degli obiettori ha acceso gli animi tra i consiglieri comunali. Daniele Carella (Fi) ha detto che "ferma restando la delicatezza del tema, sono convinto che chi vuole obiettare deve fare un altro lavoro, altrimenti non compie appieno il suo dovere". Per il democratico Corrado Melega, che assieme a Simona Lembi, presidente del Consiglio comuinale, ha chiesto l'udienza conoscitiva sul tema, il problema degli aborti clandestini c'è ancora. "Ci sono prostitute nigeriane che prendono un farmaco contro l'ulcera in dosi 20 volte maggiori quella consigliata, solo per abortire e arrivano in ospedale tra dolori atrici". Poi ci sono le donne cinesi "che fanno tutto tra di loro, per non parlare delle minorenni". Non è d'accordo "su nulla", Valentina Castaldini (Ncd), convinta che il medico "debba curare e quindi possa decidere di non uccidere". Infine interviene l'assessore alla sanità Luca Rizzo Nervo: "Mi tengo lontano dal dibattito etico, ma dico che la legge c'è e va applicata, rispetto religiosamente chi pratica l'obiezione, ma l'interruzione di gravidanza va garantita" (Wel/ Dire)
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