No assessore al modello Toscana: per donne meglio day hospital
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 14 mag. - L'Emilia-Romagna non segue la Toscana sulla pillola abortiva. Distribuire la Ru486 direttamente nei consultori non servirebbe a migliorare l'accesso delle donne all'interruzione volontaria di gravidanza. A dirlo è l'assessore regionale alla Sanità, Carlo Lusenti, rispondendo in Assemblea legislativa a una domanda di attualità della capogruppo Idv, Liana Barbati. "Al momento- spiega Lusenti in aula- la somministrazione della Ru486 direttamente nei consultori non porterebbe vantaggi ulteriori per le donne. Per migliorare l'accesso alla metodica sarebbe invece utile definire come termine ultimo" per l'assunzione della pillola "l'ottava settimana di gestazione, come in tutti gli altri Paesi europei", invece della settima prevista attualmente dalla normativa vigente in Italia. Dunque, afferma Lusenti, "piuttosto si ritiene decisivo e importante monitorare l'accesso alla metodica in tutte le realtà regionali, per assicurare a tutte le donne che lo chiedono un servizio uniforme in tutto il territorio dell'Emilia-Romagna".
Barbati era partita dal pronunciamento del Consiglio sanitario regionale della Toscana delle settimane scorse, che si è detto a favore della somministrazione della Ru486 anche in regime extraospedaliero, e chiede se l'Emilia-Romagna abbia intenzione di andare nella stessa direzione. La risposta della Regione è no.
In Emilia-Romagna, spiega Lusenti, "è il day hospital la modalità di ricovero ottimale per l'interruzione volontaria di gravidanza: siamo l'unica Regione italiana", con un percorso di presa in carico che così com'è concepito "riduce o annulla le autodimissioni dall'ospedale". Il percorso prevede tre accessi: alla prima, terza e 14esima giornata dalla somministrazione della pillola. In questo modo, afferma l'assessore, "si garantisce la salute della donna e contemporaneamente si consente di vivere questo evento con i propri familiari. Questa scelta è molto apprezzata, tanto che negli ultimi anni sempre più donne hanno optato per questa modalità di interruzione di gravidanza: siamo passati da 1.366 casi nel 2011 a 1.794 nel 2012- afferma Lusenti- questi dati pongono l'Emilia-Romagna come la Regione che maggiormente in Italia garantisce l'accesso a questa metodica".
In Toscana, invece, dopo il parere del Consiglio sanitario regionale "non è cambiata l'organizzazione" del servizio, sottolinea l'assessore, perchè non è ancora stata adottata la delibera regionale di riorganizzazione del servizio. La somministrazione della Ru486 in Toscana dunque continua ad avvenire con il "ricovero ordinario di tre giorni" delle donne: il numero di casi è salito da 416 del 2011 a 698 nel 2012. Ma di queste donne, afferma Lusenti, "il 56% ha optato per la dimissione volontaria" dal ricovero dopo la somministrazione della pillola o prima della scadenza dei tre giorni. Soddisfatta Barbati. "Sono contenta che lavoriamo meglio della Toscana- afferma la capogruppo Idv- si può fare molto con questo sistema".
(Wel/ Dire)