Ricerca Ca' Foscari su morti in culla e alcol in gravidanza
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 22 gen. - Esiste un rapporto tra diseguaglianze socio-economiche e rischi per la salute dei bambini. Lo conferma l'analisi attuata all'interno del programma della Regione Veneto 'GenitoriPiù', coordinato dal Servizio Promozione della Salute dell'ULSS 20, sui dati di una ricerca svolta in collaborazione con l'Università Ca' Foscari di Venezia. La ricerca ha coinvolto 1.400 mamme di cui una buona parte straniere provenienti da otto diverse aree geografiche del mondo, e riguarda il Veneto, regione dove non mancano disparità culturali e socioeconomiche e in cui il 25% dei nuovi nati sono figli di genitori stranieri, immigrati in Italia per motivi di lavoro e per ricongiungimento familiare. Come spiega una nota, i risultati serviranno agli operatori del percorso nascita per diffondere in modo sempre più mirato conoscenze e buone pratiche di dimostrata efficacia e ridurre rischi di malformazioni congenite, basso peso alla nascita, obesità, morti in culla, infezioni, traumi, difficoltà cognitive e relazionali.
Riguardo la prevenzione delle 'morti in culla', ad esempio, solo il 32,6% delle donne di origine sub-sahariana intervistate mettono il bambino a dormire nella posizione corretta (a pancia in su), contro il 66,8% delle italiane, tra le quali ci sono tuttavia differenze secondo il livello socioculturale.
Nordafricane e asiatiche evitano alcolici in gravidanza, mentre circa il 30% di italiane e romene dichiara di consumarli almeno una o due volte al mese, con rischi per il nascituro. Risulta differenziato l'accesso ai servizi a disposizione delle mamme, ad esempio oltre il 70% delle mamme italiane ha svolto un corso pre-parto, contro solamente il 24,3% delle mamme nordafricane o il 9,1% delle cinesi.
I dati completi sono stati presentati, analizzati e confrontati con quelli emersi nell'anno precedente nel convegno 'Le diseguaglianze in salute nell'ambito materno infantile', che si è tenuto oggi nell'auditorium Santa Margherita di Ca' Foscari. Il gruppo di ricerca dell'università, coordinato da Stefano Campostrini, ordinario di Statistica sociale, prosegue da tempo un'attività di valutazione periodica del programma regionale GenitoriPiù, consentendo l'approfondimento di disuguaglianze già emerse nel 2009 e nel 2012. Per inquadrare ed assumere conseguenze operative dalla messe di dati raccolti si sono confrontati autorevoli relatori, con l'obiettivo di individuare buone pratiche efficaci nel ridurre le disuguaglianze in salute in ambito materno-infantile.
Sono intervenuti Leonardo Speri (Servizio Promozione ed Educazione alla Salute Ulss 20), Giorgio Tamburini (pediatra al Centro per la Salute del Bambino di Trieste), Stefano Campostrini (ordinario di Statistica Sociale a Ca' Foscari Venezia), Stefania Porchia (Sinodè srl), Salvatore Geraci (medico, già presidente della Società italiana medicina delle migrazioni), Mara Fasoli (responsabile dell'ufficio mediazione Linguistico-Culturale Ulss 20). I moderatori sono stati Francesca Russo (Dirigente del Servizio Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica della Regione Veneto), Mario Saugo (Responsabile del Sistema Epidemiologico Regionale del Veneto), Lara Simeoni (Coordinatrice della valutazione di "GenitoriPiù"), Ioana Dunca, Mediatrice Culturale.
(Wel/ Dire)