(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 15 gen. - "Dopo tanti anni di impegno quotidiano e serio lavoro ci troviamo improvvisamente ad affrontare una situazione che mette a repentaglio la nostra esistenza come centro di riabilitazione. La nostra professionalità, riconosciuta nel tempo e confermata dalla certificazione di qualità ottenuta sin dal 2008, rischia di essere cancellata con inspiegabile superficialità da parte delle istituzioni". A spiegarlo in una lettera Serenella Pocek, presidente del centro di riabilitazione 'Associazione Scuola Viva Onlus' di Roma, che dopo aver ricevuto il decreto di autorizzazione e accreditamento definitivo il 26 settembre 2013, "dopo un faticoso iter durato 3 anni", ha visto anche revocare tale accreditamento definitivo per mezzo di un altro decreto notificato dalla Regione Lazio il 17 dicembre 2013, "senza che venisse attuata dalla Regione o dalla Asl RMD alcuna istruttoria di approfondimento ne tantomeno informando e coinvolgendo il centro stesso. Contemporaneamente medici della Asl RMD, in sede di visite di valutazione per prosecuzione dei progetti già in essere, comunicavano ad alcuni nostri utenti disabili o a genitori dei minori la chiusura immediata del centro creando forte disagio e panico".
Il decreto di revoca, "al momento, è stato già sospeso dal giudice del Tar- prosegue il presidente- al quale abbiamo presentato ricorso appena venuti a conoscenza, per puro caso, della sua pubblicazione sul sito della Regione Lazio". L'azione tempestiva ha evitato quindi una chiusura immediata del centro di riabilitazione 'Scuola Viva', nato nel 1974 con la prima autorizzazione come 'Istituto medico psicopedagogico' all'interno di una scuola privata 'all'aperto' integrata, materna ed elementare. Ha poi proseguito come centro di riabilitazione sulla spinta dell'iniziativa del genitore di un'utente disabile, ora presidente dell'associazione e, con successive delibere, il centro ha man mano ampliato la propria capacità recettiva e lavorativa: "Quaranta anni di autorizzazioni rilasciate tutte su pareri positivi della Asl locale, attualmente RMD, che hanno negli anni accertata la conformità strutturale, urbanistica e organizzativa del centro alle normative".
Il presidente di Scuola Viva sottolinea che "nei confronti del centro non è stato applicato neanche il decreto Regione Lazio U00426/13 del 4 ottobre 2013 che concede ulteriori tre mesi di tempo a quei centri sanitari per i quali permangono delle non conformità, che siano stati oggetto di diffida o di sospensione dell'autorizzazione o di diniego dell'accreditamento. Circa il 96% dei centri sanitari del Lazio- precisa- non hanno concluso l'iter di accreditamento definitivo. E' degli ultimi giorni la notizia che con il decreto 'Salvaroma' (comma 6bis), alla Regione sia stata concessa un'ulteriore proroga, per la definizione degli accreditamenti, fino al 31 ottobre 2014. Anche alla luce dei suddetti provvedimenti- osserva Pocek- non capiamo né l'urgenza né l'acriticità con la quale è stato emesso un provvedimento così devastante per la nostra struttura. Costretti ad impugnare il provvedimento di revoca per salvare il centro da conseguenze distruttive, abbiamo presentato ricorso al Tar il 10 dicembre 2013, il quale ha immediatamente concesso una sospensione del provvedimento e fissato per questo mercoledì (15 gennaio) la discussione in Camera di Consiglio riguardo la nostra richiesta di annullamento del decreto di revoca della Regione (U000459/13), previa sospensione".
Il provvedimento di revoca "fatto sulla base di alcune comunicazioni intercorse tra la Asl e la Regione, (non a conoscenza del centro, malgrado siano stati richiesti in visione e siano decorsi i termini di legge sulla trasparenza per la consegna), successivamente al decreto di accreditamento definitivo, dichiara che la struttura presenta le seguenti criticità: 'I certificati di agibilità dei fabbricati richiesti nel 2007 sono ancora inevasi per ritardo dell'amministrazione concedente; il nulla osta idraulico richiesto all'autorità di bacino nel 2010 non è stato ancora consegnato; l'elenco delle attrezzature e degli arredi sanitari non risulta completo né diviso tra attrezzature e arredi; la dotazione di personale rispetto ai numeri massimi fissati dall'accreditamento risulta carente''.
A queste criticità Pocek risponde: "Il relativo rilascio dei certificati di agibilità è stato sollecitato da noi più volte dal 2009 al 2013. Pare evidente che la causa del mancato rilascio sia l'inerzia dell'amministrazione. Il centro è in possesso di tutti i presupposti di legge per l'agibilità, peraltro sempre controllati dalla Asl in sede di ispezione: autorizzazioni allo scarico, allacci idrici ed elettrici a norma, i requisiti di sicurezza, accessibilità, idoneità statica e risparmio energetico e i condoni delle strutture". Sul secondo punto invece precisa: "Il nulla osta idraulico da noi richiesto è ancora in fase istruttoria stante il parere che l'Ardis ha chiesto all'Autorità di Bacino, visto che i nostri fabbricati sono autorizzati dai diversi condoni richiesti nel 1986 e rilasciati dall'autorità competente".
Scuola Viva si trova in un'ansa del Tevere, "lontano almeno 200 metri dall'argine e non ha mai avuto problemi di esondazione da quando esiste, sia per la sua relativa lontananza dall'argine sia per effetto delle opere di contenimento effettuate nella zona a nord di Roma. D'altra parte- aggiunge il presidente- importanti strutture sanitarie che si trovano sull'isola Tiberina e in altre località vicine al Tevere subiscono periodicamente gravi esondazioni. In particolare la sede dell'ospedale Israelitico sull'Isola Tiberina è stata accreditata definitivamente dalla Regione Lazio su parere positivo della stessa Asl RMD.
Evidentemente si è trovata una modalità per superare i problemi di fatto della vicinanza al Tevere".
Per quanto riguarda l'elenco delle attrezzature "è stato controllato dalla Asl in sede di ispezione- spiega la donna- valutato idoneo e mai niente di negativo è stato segnalato sui verbali. D'altra parte sia l'elenco delle attrezzature che quello del personale vengono trasmessi due volte l'anno alla Asl, che non ha mai fatto alcun appunto". Sull'ultimo punto, "la dotazione di personale risulta congrua rispetto ai numeri di pazienti effettivamente seguiti dal Centro, in quanto a seguito e per effetto dei tagli di budget di struttura operati negli ultimi anni il centro non raggiunge da tempo i numeri massimi fissati dall'accreditamento".
Scuola Viva ha in carico attualmente 272 utenti a vari livelli assistenziali in diversi settori: semi residenziale, ambulatoriale di neuropsichiatria infantile e ambulatoriale, e domiciliare di riabilitazione motoria e neuromotoria.
"L'interruzione improvvisa del servizio- rimarca Pocek- causerebbe certamente gravi conseguenze a tutti gli utenti, di età e patologie diverse, nonché forti ripercussioni sulle famiglie che si troverebbero così a fronteggiar il forte disagio con scarse alternativa a breve scadenza, considerate le lunghe liste di attesa degli altri centri ex art. 26, o delle Asl di appartenenza e comunque, a dover interrompere un rapporto terapeutico già instaurato e in molti casi consolidato".
All'interno del centro opera un gruppo di lavoratori di tutte le professioni sanitarie (medici, terapisti, psicologi, educatori, assistenti sociali, infermieri, operatori socio sanitari, etc.), "attualmente circa 90 persone comprese quelle dei servizi logistici e amministrativi. La chiusura del centro procurerebbe un grave danno sociale e occupazionale in un momento di difficile ricollocamento- denuncia il presidente- oltre alla dispersione di esperta professionalità. Siamo convinti che la soluzione al nostro grave problema sia raggiungibile- afferma la mamma- a patto che le istituzioni lo vogliano davvero e affrontino la situazione, così come è stata risolta in altre strutture situate in aree ben più pericolose della nostra. Ma ormai sembra chiaro che questo non è loro interesse tanto che nessuno, né della Asl né della Regione, ci ha avvertito della revoca e se non lo avessimo saputo per caso, il 17 dicembre giorno in cui ci è stato notificato il decreto, avremmo dovuto chiudere immediatamente trovandoci improvvisamente noi senza lavoro e le famiglie senza il nostro servizio con tutte le relative conseguenze. Una mancanza di rispetto inaccettabile nei confronti di tutti".
Pocek ripete di aver "insistentemente cercato contatti con la Regione Lazio, ma per ora le risposte sono state sempre vaghe: 'Risolveremo la situazione', 'ora siamo impegnati nell'approvazione del bilancio', 'in questi giorni ci sono le feste', ma nulla di concreto. Vogliamo salvare questo posto per la sua unicità ambientale e modalità di lavoro riconosciute nel tempo anche in sede internazionale, e speriamo vivamente che le famiglie scelgano Scuola Viva e non altre eventuali proposte di ricollocamento perché solo rimanendo uniti potremo risolvere il problema, farci ascoltare e trovare la soluzione per mantenere integra Scuola Viva nella sua specificità e modalità operativa". Pocek conclude rivolgendo un appello: "E' necessario l'impegno di tutti voi utenti e genitori, dei lavoratori e dell' amministrazione perché solo con un coinvolgimento attivo ed organizzato ci riusciremo".
(Wel/ Dire)