(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 12 feb. - I giovani promotori del progetto 'Dieta Med-Italiana' e 'Cultura del Buon Cibo' in occasione della prima giornata contro lo spreco alimentare hanno ribadito il loro impegno e la loro attenzione per l'ambiente e l'alimentazione.
Composta dallo slogan 'Uno spreco al giorno leva il pianeta di torno. Perché spreco non fa rima con eco" e dal poster raffigurante il pianeta terra morso a metà come una mela, la campagna di comunicazione del gruppo di giovani pugliesi ha l'obiettivo di sensibilizzare i cittadini e a renderli consapevoli che ognuno di noi può contribuire a prevenire e recuperare lo spreco alimentare. La 'Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare' è stata istituita dal ministero dell'Ambiente per recuperare appunto lo spreco alimentare ma soprattutto per prevenirlo. Un obiettivo che secondo il Piano Nazionale realizzato dovrà essere raggiunto entro il 2025 attraverso il dimezzamento di uno sperpero che ogni anno arriva a toccare un importo di quasi 9 miliardi di euro.
Come ha sottolineato il ministro Andrea Orlando questa giornata è "l'inizio di un percorso perché è necessario che cresca la consapevolezza all'interno delle scuole e delle comunità". Per questo il ministro ha istituito un gruppo di lavoro coordinato dal presidente di Last minute market, Andrea Segrè, docente all'Università di Bologna e promotore della campagna europea "Un anno contro lo spreco".
"Secondo il rapporto della FAO ogni anno nel mondo si buttano via 1,3 miliardi di tonnellate di avanzi, pari a un terzo di tutto il cibo prodotto: quattro volte quanto servirebbe a nutrire quasi un miliardo di persone che soffrono la fame - si legge nel comunicato del Dieta Med Italiana - Tradotte in denaro le perdite ammontano a quasi 680 miliardi di dollari nei paesi industrializzati e a circa 310 miliardi di dollari per quelli in via di sviluppo. Quindi di fronte a chi non ha di che nutrirsi, c'è chi può permettersi di sprecare ogni giorno una quantità impressionante di cibo".
"Il peso ambientale di quello che sprechiamo dipende sia da quanto sprechiamo, sia da cosa sprechiamo - concludono - perché ogni alimento ha una propria impronta ambientale che dipende dalla sua filiera di produzione: lo spreco di 1 kg di carne 'costa' all'ambiente 10 volte la quantità di gas serra e di azoto reattivo richiesti da 1 kg di pasta. Lo spreco di 1 kg di manzo utilizza invano 594 litri di acqua blu a fronte dei 15 litri per lo stesso quantitativo di pasta".
(Wel/ Dire)