(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 12 feb. - È partito lo scorso venerdì il ricorso collettivo nazionale contro il nuovo Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), entrato in vigore l'8 febbraio (ci vorranno poi 120 giorni per l'entrata in vigore ufficiale), affinché venga riconosciuto come incostituzionale. L'iniziativa è nata da un insieme di associazioni di persone con disabilità e familiari di ogni parte d'Italia che stanno raccogliendo le adesioni via web, a cominciare dal blog 'Stop al nuovo Isee' http://stop-al-nuovo-isee.blogspot.it/2014/02/ricorso-collettivo-n azionale.html) dove è possibile aderire al ricorso tramite apposito modulo da compilare entro il 7 marzo, come da indicazioni di Federico Sorrentino, noto avvocato costituzionalista e docente universitario incaricato di seguire la causa.
Con il ricorso "contesteremo il fatto che viene considerata reddito anche la percezione di contributi pubblici destinati all'acquisto di beni e/o servizi necessari per il disabile- spiega l'avvocato- ad esempio i contributi per l'abbattimento di barriere architettoniche o per l'acquisto di prodotti tecnologicamente avanzati; contributi per l'adattamento dei dispositivi di guida; l'assistenza domiciliare indiretta. Si tratta di spese rese necessarie dallo stato di disabilità e in relazione alle quali il contributo pubblico molto spesso rappresenta una copertura solo parziale". Inoltre verrà contestato "che le detrazioni per spese sanitarie, interpretariato dei soggetti riconosciuti sordi e assistenza siano detratte dal reddito sino a un tetto massimo di 5.000 euro anche se documentate, nonché l'incongruità di tale tetto specie nelle situazioni di disabilità grave. Contesteremo che siano detraibili solo le spese indicate in dichiarazione dei redditi (il che è illogico in considerazione del fatto che molti lavoratori autonomi con redditi bassi usufruiscono di regimi forfettari, sicché non indicano le spese mediche in dichiarazione)". Ci sono altri punti sotto attacco: "La spesa sostenuta per l'assistenza personale delle persone non autosufficienti non è interamente detraibile anche se documentata dall'Inps- prosegue Sorrentino- ma lo è nel limite dell'ammontare dei trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari percepiti al netto di una franchigia pari al 20% di detti trattamenti. Infine- sottolinea il professore- contesteremo l'entità delle detrazioni previste per la presenza nel nucleo familiare di persone con disabilità, lamentando l'ingiustificato diverso trattamento tra maggiorenni e minorenni". In relazione a tali motivi sono legittimati a proporre ricorso tutti coloro che "sono disabili medi o gravi o non autosufficienti secondo le definizioni di cui al regolamento contestato; oppure nel cui nucleo familiare ai fini del calcolo Isee vi è persona con disabilità media o grave o non autosufficiente secondo le definizioni di cui al regolamento contestato".
(Wel/ Dire)