(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 12 feb. - Sull'allarme amianto interviene la Regione Emilia-Romagna, che bussa alla porta del Governo guidato da Enrico Letta. Una risoluzione di maggioranza che sta per essere presentata in Assemblea legislativa chiede che "trovi effettiva operatività" il piano amianto emanato dal Governo quasi un anno fa ma "non ancora operativo" perchè sotto la lente del ministero all'Economia. Non solo: sulla scia di quanto affermato qualche giorno fa dall'assessore alla Sanità Carlo Lusenti, il centrosinistra invita la giunta "a farsi portavoce presso il Governo della necessità che, al di là dei risvolti giudiziari, i datori di lavoro- e nel caso specifico Fs- che abbiano esposto i propri dipendenti all'amianto, siano chiamati a contribuire al risarcimento del danno".
Nel documento, firmato da tutti i capigruppo di maggioranza su iniziativa del consigliere Pd Marco Monari (figlio di un lavoratore della Casaralta di Bologna morto di mesotelioma a 65 anni) c'è anche la proposta di istituire in Emilia-Romagna un "registro unico degli esposti" ed eventualmente un unico "protocollo di sorveglianza sanitaria" per i lavoratori a contatto con l'amianto. L'iniziativa arriva all'indomani della scomparsa di Enzo Sermenghi e Valter Nerozzi, operai delle Officine grandi riparazioni che si sono aggiunti ai circa 200 colleghi morti per mesotelioma pleurico. Questi decessi dimostrano anche il problema è "tutt'altro che superato". Infatti, pur essendo l'amianto "bandito in Italia dal 1992, non solo la bonifica del territorio è ancora lungi dall'essere completata, ma la stessa patologia è caratterizzata da un lento manifestarsi, tanto che gli esperti ritengono che il picco dei casi si avrà fra alcuni anni".
In Italia il ministero dell'Ambiente, ricorda la risoluzione proposta dal Pd, ha censito 34.000 siti contaminato dall'amianto e 380 aree a maggior rischio: in Emilia-Romagna ci sono invece 1.200 edifici pubblici e privati aperti al pubblico censiti, di cui meno di 500 ancora da bonificare. Le morti per amianto, circa 3.000 all'anno in Italia, sono "anche un costo sociale e sanitario enorme a cui è chiamata a contribuire l'intera comunità". Alla risoluzione il capogruppo di Sel Gianguido Naldi potrebbe presentare un emendamento per chiedere che la Regione si costituisca parte civile nei processi sull'amianto.
Al Comune di Bologna un'altra esponente democratica, Rossella Lama, ha proposto di istituire una commissione sull'amianto.
"Penso che tutte le iniziative su questo tema siano opportune, dopodichè- ricorda però Lusenti- il punto principale è che bisogna sia approvato il piano nazionale amianto, sul quale pende la valutazione di sostenibilità economica del ministero delle Finanze. Ben vengano iniziative dal basso, ma oltre a fare cose opportune- avverte l'assessore- dobbiamo soprattutto fare cose efficaci che servano per quel fine, non per il fine di fare qualcosa".
(Well/ Dire)