Al Sanit convegno su 'alimentazione e rischio cardiovascolare'
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 17 dic. - Secondo l'OMS circa un terzo delle malattie cardiovascolari e dei tumori possono essere evitati grazie ad una equilibrata e sana alimentazione. Le indicazioni correnti suggeriscono che una sana alimentazione è costituita per non più del 25% di calorie totali da grassi, per il 50% da carboidrati (con alto contenuto di fibre), e per il 25% da proteine (specialmente di ordine vegetale). Intanto è in corso al Sanit il convegno "Alimentazione e rischio cardiovascolare", moderato dal dottor Giancarlo Roscio e dal dottor Pierluigi Mottironi. Il ruolo dell'alimentazione nella riduzione del rischio cardiovascolare, nello specifico, è il tema al centro dell'intervento di uno dei relatori del convegno: Marcello Marcelli, direttore della struttura complessa Nutrizione Clinica presso l'ospedale San Giovanni Addolorata di Roma.
"Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di mortalità nel nostro Paese- spiega alla Dire il professore- e in Italia è molto elevata l'obesità prevalentemente infantile: circa la metà degli italiani sono in sovrappeso, con un trend in crescita negli ultimi 20-30 anni e un gradiente nord-sud, nel senso che al meridione sono più obesi rispetto che al nord". E tutto questo accade proprio nella patria della dieta mediterranea? "Esattamente- risponde Marcelli-: la dieta mediterranea è stata scoperta da un americano, Ancel Keys, che ha dimostrato che i paesi del Mediterraneo hanno una bassa incidenza di malattie cardiovascolari perché mangiano in un certo modo. Questi studi sono però degli anni '50-'60, dopodiché l'alimentazione italiana si è evoluta con una maggiore disponibilità alimentare. Così, com'è noto a tutti, si può ingrassare benissimo mangiando anche olio d'oliva, pastasciutta, pane e quant'altro. Il problema non è allora il 'mangiar sano', ma la sproporzione tra un elevato introito calorico e una bassa attività fisica. Insomma, si può ingrassare persino con la dieta mediterranea".
L'Italia rimane comunque uno dei Paesi con un'alimentazione più sana. "Non solo- aggiunge ancora Marcelli-: per quanto ci possiamo parlare male addosso fra noi, anche la nostra sanità è tra le più attive ed efficaci del mondo. Dopo il Giappone, tra l'altro, siamo anche il Paese a maggiore aspettativa di vita. Ciò non toglie che uno debba continuare a misurare la propria circonferenza addominale, per non avere rischi di sindrome metabolica, e conservare un peso accettabile, per non avere rischi di diabete e malattie cardiovascolari. Quello che c'è da fare, insomma- conclude- è mangiare con buon senso e seguire una dieta prudente".
(Wel/ Dire)