Proposta di legge binetti-gigli per ristabilire contraddittorio
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 30 apr. - Nel diritto romano esisteva il 'curator ventris', nel nostro codice civile si fa spesso ricorso al 'curatore speciale' scelto dai giudici tutelari a difesa dei soggetti più deboli. Ora una proposta di legge a firma dei deputati Gian Luigi Gigli e Paola Binetti vuole istituire la stessa figura per i nascituri, che li difenda nei procedimenti civili in materia di procreazione assistita.
La proposta, sollecitata da Carlo Casini, presidente del 'Movimento per la vita', parte dal presupposto che, nei processi sulla procreazione assistita, non esiste il principio del contraddittorio, perché il nascituro non ha mai voce: le parti in causa sono sempre i medici e i genitori, "in genere d'accordo, a discapito del nascituro che - come spiega lo stesso Casini- non ha mai diritto di parola". L'obbigo di nominargli un curatore, ristabilirebbe, secondo le parole di Paola Binetti, "un principio di elementare giustizia e democrazia".
Presentando la loro proposta di legge alla Camera, i deputati di 'Per l'Italia' fanno riferimento al principio sancito dall'art. 1 della legge 40, che 'assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti compreso il concepito' e ne danno una coerente attuazione creando una figura ad hoc a tutela del nascituro.
Spiega Gigli: "Vogliamo allargare le possibilità che già offre il codice civile per rappresentare l'interesse del concepito, con un curatore speciale da affiancare agli altri attori del processo. La nostra proposta prevede inoltre che le associazioni possano farsi parte proattiva in ogni stato e grado di giudizio". Questo, in seguito alla considerazione che "giorno dopo giorno si stanno smantellando tutte le salvaguardie poste dal legislatore a tutela del nascituro", lamenta Gigli.
Anche Eugenia Roccella, deputata di Ncd, sposa la proposta, vista "l'emergenza in cui siamo, alla vigilia- dice- di una valanga antropologica che in altri paesi è passata ma che sta investendo l'Italia, travolgendo quel tipico 'familismo' di cui spesso siamo accusati, ma che, insieme alla forte presenza dei cattolici, ha costituito 'l'eccezione italiana' secondo la definizione del Papa, consentendo di salvaguardare i valori della famiglia". Sul banco degli imputati c'è anche la magistratura che, in questo campo, spesso "smonta le leggi o non le fa applicare. Addirittura promuove la legislazione prima degli organi preposti". Quindi, conclude Roccella, questa iniziativa rappresenta uno degli strumenti per "rispondere ad un'offensiva programmatica che consente di acquistare un figlio come fosse una cosa, contrattualizzando i rapporti di genitorialità".
Una campagna che parte da lontano, mossa da Carlo Casini in tutta Europa con la raccolta di due milioni di firme per ricordare che l'embrione non è un oggetto ma è 'Uno di noi', l'iniziativa del Movimento per la vita che ha contribuito, come dice Roccella, alla "rialfabetizzazione antropologica".
Paola Binetti ricorda che la proposta di legge va nel solco della sua battaglia di 10 anni a difesa della legge 40, alla base del suo impegno politico, convinta come è che "la questione etica che attraversa il continente è quella del valore della vita". In questi 10 anni, sottolinea Binetti, "c'è stata un'aggressione sistematica alla legge 40, ma nessuno è riuscito a smantellarne il cuore, quell'articolo 1 che, appunto, stabilisce una parità di diritti fra padre, madre e nascituro. Noi- continua- ci schieriamo dsempre dalla parte del diritto del più debole che è sicuramente quello dell'embrione". Meglio, "del bambino, del figlio, la cui voce deve essere rappresentata, come quella di ognuno di noi", conclude Binetti con riferimento alla campagna di Casini, "l'iniziativa che più profondamente ha unito l'Europa, non quella dei mercati e delle pratiche economiche, ma il cuore dell'Europa che fa riferimento al valore della vita".
(Wel/ Dire)