Camici appesi al Sant'Orsola contro taglio fondi e rebus test
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 9 apr. - Camici bianchi appesi ai rami degli alberi che spuntano tra i padiglioni del Policlinico Sant'Orsola di Bologna, con cartelli che recano messaggi del tipo "Io non vi potrò curare" o "Medico fantasma". E' il flash mob messo in campo dagli specializzandi che protestano contro il taglio dei fondi per le Scuole di specializzazione. La protesta, organizzata dal gruppo Prometeo in concomitanza con analoghe iniziative in tutta Italia, è andata in scena all'insegna dello slogan "Non impiccate la sanità".
Al momento ci sono "3.300 borse per contratti di formazione specialistica a fronte di 10.000 studenti che si laureano ogni anno", spiega Matteo Valente di Prometeo. "Per lavorare negli ospedali pubblici e in gran parte delle strutture private, però, la specializzazione è richiesta- continua Valente- così il rischio è chi si laurea sia costretto ad emigrare". Inoltre, si determina un blocco del turnover tale per cui "tra 15 o 20 anni, quando i medici più anziani oggi in servizio andranno in pensione- avverte lo specializzando- non ci sarà nessuno con cui sostituirli". Gli aspiranti medici, sempre al Sant'Orsola, avevano protestato anche a dicembre con il flash mob delle mani legate con cerotti e stetoscopi: da allora, sottolinea Valente, l'unica novità è che le borse sono state aumentate da 2.200 a 3.300 "ma questo è solo un passettino, non basta". Da qui l'idea di appendere i camici, a simboleggiare "una sanità fantasma, che viene completamente svuotata". A tutto questo, poi, si aggiungono le incertezze sul nuovo test di ingresso alle Scuole, per la prima volta a carattere nazionale, previsto per ottobre: "Stiamo aspettando l'uscita del regolamento" perchè, ad oggi, "nessuno ancora ci ha detto- allarga le braccia Valente- cosa dobbiamo studiare e come verranno fatte le valutazioni".
(Wel/ Dire)