(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 9 apr. - In Italia esiste un divario tra gli alcolisti attesi e quelli in carico ai servizi. Sebbene, secondo le stime dell'Istat e dell'Oms, siano circa 8 milioni i consumatori a rischio, di età superiore agli 11 anni, quelli che si pongono in stretta contiguità con un profilo di dipendenza sono tra i 620.000 e i 720.000. Sono i dati forniti da Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio nazionale alcol (Ona)-Cnesps dell'Istituto superiore di Sanità in occasione dell'Alcohol prevention day promosso oggi a Roma.
ALCOLISTI ATTESI - "Nel 2012 ci sono stati 400.000 consumatori giornalieri di sesso maschile, che hanno bevuto più di 5 bicchieri di bevande alcoliche (1 bicchiere equivale in media a 12 grammi di alcol)- prosegue l'esperto dell'Iss- e 220.000 consumatrici giornaliere 'dannose' con oltre tre bicchieri di bevande alcoliche (324.000 se si considera il cut-off a 3 bicchieri pari a 36 grammi circa)". A fronte di questi dati, le persone che si sono rivolte ai servizi di alcologia nel 2012 sono state "69.770", fa sapere il direttore Ona- Cnesps. Nel corso degli ultimi "6 anni non si sono registrati (ad eccezione del 2010) cambiamenti sostanziali rispetto alla tipologia di accesso degli utenti (nuovo utente o utente già in carico o rientrato)". I NUOVI ALCOLDIPENDENTI SONO 20.623 - "Sono stati 'solo' 20.623 i nuovi alcoldipendenti che si sono affiancati ai 49.147 alcolisti già in carico ai servizi del Sistema sanitario nazionale (Ssn)- continua Scafato- una quota che lascia supporre uno squilibrio tra utenti osservati e utenti attesi sulla base dello status di consumatore dannoso".
DAL 1996 PIÙ CHE TRIPLICATO IL NUMERO DI ALCOLISTI - Ogni anno una quota "non inferiore a 5.000 nuovi utenti incrementa costantemente il numero di alcoldipendenti, che dai 21.409 del 1996 ha visto più che triplicato a 69.770 (+ 48.361 dal 1996) gli utenti con problemi legati all'alcol che fa ricorso alle strutture del Sistema sanitario nazionale. Queste strutture sono passate, nello stesso periodo, da 280 a 454 (+62% circa)". IN SSN SOLO 30% PERSONALE DEDITO AD ALCOLDIPENDENZA - È da segnalare che nel corso degli ultimi anni "il personale impiegato per servizio di alcologia ha seguito una dinamica più lenta rispetto all'aumento considerevole degli utenti- afferma Scafato- con conseguente aumento del numero di utenti per personale sanitario presente nei servizi stessi". Ogni unità di personale nel 1996 aveva in carico "10 alcoldipendenti, nel 2012 oltre 16. Solo il 30% del personale attivo nei servizi è oggi esclusivamente dedicato alla cura e alla riabilitazione dell'alcoldipendenza".
Si pone dunque "la necessità dell'adeguamento dell'offerta assistenziale e di trattamento attualmente erogabili dai servizi di alcologia- conclude il direttore Ona-Cnesps- e parallelamente è indispensabile sollecitare iniziative e programmi d'identificazione precoce e intervento breve (Ipib) volti a rimuovere da un lato lo stigma sociale e sanitario e contemporaneamente ad attirare gli alcolisti non ancora intercettati da sistemi di identificazione del rischio alcol-correlato nella popolazione- conclude- che necessitano migliore formalizzazione di intervento e coordinamento (case management)".
(Wel/ Dire)