SANITA. Cesarei, nel Lazio riduzione record
Dal 28% al 24,9%. Convegno venerdi' ospedale Carlo Forlanini
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 25 set. - In alcuni punti nascita della Regione Lazio si e' passati da una percentuale globale del 28%, gia' lusinghiera rispetto all'attuale media regionale del 43%, a 24,9% di tagli cesarei. Sulle primigravide si e' arrivati addirittura al 15,5% di tagli cesarei concorrendo all'aumento considerevole del numero delle nascite naturali, a tutto vantaggio della salute delle donne e dei neonati. Sono dati forniti dalla direzione generale dell'azienda ospedaliera San Camillo Forlanini.
Si parlera' di questa inversione di tendenza nella gestione delle attivita' in sala parto e dei fattori che l'hanno prodotta, frutto del confronto costante fra ginecologi e ostetriche, nella conferenza che si terra' venerdi' 27 settembre, dalle ore 8, nell'Aula magna dell'ospedale Carlo Forlanini di Roma. E si illustrera' un progetto clinico che, unificando le esperienze dei punti nascita del San Camillo (con oltre 3.400 parti all'anno) e del Santa Maria Goretti di Latina (2.100), interessera' il 10% delle 55mila nascite nel Lazio. Un'esperienza pilota, insomma, che si aprira' ad altri punti nascita della regione.
La riduzione dei tagli cesarei e', da molti anni, fra "gli obiettivi prioritari di salute delle istituzioni sanitarie, tanto da diventare uno dei 5 criteri di valutazione dell'operato dei direttori generali di ospedali e Asl. Un obiettivo raggiungibile grazie a nuove formule di gestione delle attivita' cliniche di sala parto e al confronto fra punti nascita diversi per livello di assistenza perinatale, per numero dei parti assistiti, per collocazione territoriale".
Altro elemento innovativo del progetto e' che lo stesso e' sostenuto dalla moderna tipologia formativa della 'Formazione sul Campo', gia' avviata nel punto nascita di Latina con ottimi risultati.
L'orientamento e' la sperimentazione del nuovo modello di formazione : la 'Comunita' di Pratica', per sorreggere i progetti dei punti nascita della Regione, finalizzati a ridurre il ricorso al taglio cesareo. Il fine e' delineare un percorso integrato di assistenza alle gestanti per ridurre il dato negativo che 'regala' all'Italia la maglia nera in Europa per il ricorso abnorme a questa pratica chirurgica che comporta un rischio maggiore per la salute della madre e del neonato, oltre che un uso inefficiente delle risorse.
(Wel/ Dire)
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